RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Non si tratta di essere daccordo con la Raggi o con il M5S, si tratta semplicemente di un ragionamento semplice che culmina con i conti della serva. Le obiezioni contro la decisione di dire NO alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, non sono altro che un maledetto residuato del ventennio berlusconiano, quando si ragionava secondo il metro del suo inventore, (imprenditore e capitalista senza capitali, sceso in politica per salvarsi da 4.000 miliardi di vecchie lire di debiti ed evitare la galera grazie al voto popolare) basato su debiti, evasioni fiscali, denaro allestero e assenza di controlli da parte di uno Stato complice dei peggiori malfattori. Che qualcuno dica NO ad un ulteriore carico di debiti, ben sapendo che i pescecani della finanza italiana si erano già preparati ad invadere la città eterna ed eternamente truffata, dalla Banda della Magliana a mafia capitale, ai costruttori dal cemento-facile, per finire in bellezza con una categoria di manager per pensano solo ad ingrassare in quanto pagati a peso doro. Per carità di Patria non faccio cenno alla classe politica che fa di Roma la propria base operativa, senza scrupoli, ma con la più completa attenzione al proprio personale arricchimento, dopo essersi resi servi e schiavi delle volpi che infestano la città e che non si limitano a guardare le galline, ma se le mangiano con tutte le penne. Anche un analfabeta della finanza capirebbe che non si può promuovere una crescita basandosi sullincremento del passivo economico, sulle colate di cemento depotenziato, sulle gare truccate, sui grandi lavori inutili che saranno abbandonati ancor prima di essere utilizzati. Purtroppo in questo minaccioso progetto di furti e truffe a go-gò, ci sono dentro i grandi poteri dello Stato, sia quelli palesi che, principalmente, quelli occulti-ma-non-troppo, tutti daccordo a spremere quel pochissimo che rimane da potere sfruttare
e non intendono rinunciare.
Per questo temo anche per la stessa vita della sempliciona sindaca della capitale, capitata al posto sbagliato nel momento sbagliato con la compagnia sbagliata, gettata allo sbaraglio in una arena zeppa di lupi e sciacalli, dove manca la via di fuga, con un destino segnato dalla sconfitta, con laugurio che la veemenza degli attacchi si limiti alla imposizione politica di un fallimento annunciato.
Rosario Amico Roxas
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All'omicidio non arriveranno perché il successore avrebbe il 90% dei voti dei Romani, ma continueranno a cuocere a fuoco non troppo lento la Raggi e il M5S