ROMA – Piu’ di 4 italiani su 10 (43%) nel 2016 hanno fatto la spesa dal contadino nei cosiddetti mercati degli agricoltori con un aumento record del 55% negli ultimi 5 anni, in netta controtendenza rispetto al calo dei consumi alimentari dovuto alla crisi. Lo segnala un’indagine Campagna Amica su dati Ipr marketing presentata all’incontro sulla “rivoluzione verde dei mercati contadini” con il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e il fondatore di Slow Food Carlo Petrini al Salone del Gusto. “Una crescita ininterrotta da ricondurre – sottolinea Coldiretti – all’ attenzione per il benessere e per la salute ma anche alla sostenibilita’ ambientale e alla volonta’ di difendere e valorizzare l’economia e l’occupazione del proprio territorio”. L’83% degli italiani considera l’acquisto di prodotti alimentari direttamente nei mercati degli agricoltori sicuro con una percentuale che e’ superiore del 23% rispetto ai supermercati e del 15% rispetto al dettaglio tradizionale. “Non e’ un caso – osserva Coldiretti – che l’81% degli italiani se fosse libero di scegliere preferirebbe comperare la frutta direttamente dagli agricoltori e l’88% vorrebbe avere un mercato vicino a casa per avere piu’ possibilita’ di scelta ed acquisto”.
I mercati degli agricoltori vengono scelti per trovare prodotti locali del territorio, cosiddetti a chilometri zero, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto della stagionalita’ dei prodotti in alternativa ai cibi che devono percorrere lunghe distanze con le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio. “E’ stato calcolato infatti che – ricorda Coldiretti – un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12.000 chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per piu’ di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 chili di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e l’anguria brasiliana, che viaggia per oltre 9.000 chilometri, brucia 5,3 chili di petrolio e libera 16,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei”.
Per il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, “acquistare prodotti a chilometri zero e’ anche un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale. Si tratta di una responsabilita’ sociale che si e’ diffusa tra i cittadini nel tempo della crisi con la crescita ai mercati contadini che in Italia che sono diventati non solo luogo di consumo ma anche momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarieta'”.