Nel Solco dello Spirito (di don Salvatore Callari)

GESU’ ….. SCHERZA COL FUOCO ! Non so se Gesù è a conoscenza della espressione, per noi proverbiale, “ scherzare col fuoco”. Indica un agire rischioso, sia sul piano fisico che in quello sociale-morale. Fare certi discorsi, assumere atteggiamenti, fare delle scelte azzardate, sono proprio un rischio , “ un gioco pericoloso” quasi una sfida col fuoco rischiando di averne la peggio e … restare bruciati. Insomma un inutile coraggio, o, prova di abilità che non porta alcun giovamento. Non mi permetto di pensare, pur scherzando, che Gesù non sappia misurare le sue parole o che faccia delle scelte sconsiderate . Siamo abituati a sentirlo annunciare “delle novità” che contrastano la logica umana, con un linguaggio duro, sorprendente, provocatorio. Ma nel leggere la pagina del vangelo che la liturgia di oggi, sottopone alla nostra riflessione, si rimane frastornati, o addirittura turbati. Ciò avviene perché, se ci guardiamo attorno, e vediamo quel che succede, sembra che si vogliano interpretare come una istigazione alla lotta, un incitamento a creare disordini e mettere lo scompiglio. Sarebbe una banale interpretazione alla lettera delle parole di Gesù. . Ben altra cosa è, invece, coglierne il reale significato al di là del linguaggio metaforico, che è un profondo stimolo a vivere nel modo giusto la nostra fede. Ecco come suonano le parole di Gesù : “ Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso! Poi, “ Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra ? No, vi dico, ma la discordia !” E’ chiaro che se intendiamo le parole in senso grettamente letterale, stenteremmo a mettere d’accordo il Papa con Gesù ! o addirittura ci verrebbe la voglia di mettere in discussione tutto quanto il vangelo : Lo scossone che Gesù vuole darci è per farci vivere la fede cristiana non in modo piatto, superficiale, con l’osservanza, magari esemplare, dei semplici doveri quotidiani. E’ necessario vivere la propria fede con entusiasmo, come presi “da fuoco interiore”. Accettando anche i contrasti con gli altri, ma riportandoci subito all’unità, ricomponendo le discordie, evitando le liti. Ci sono tante situazioni, pur di minuscola portata , che possiamo risolvere noi, senza rimandare ad altri la responsabilità di risolverle. Appare giustificata l’espressione del Card. Ruini : “ se non abbiamo fatto abbastanza nel mondo, non è perché siamo cristiani, ma perché non lo siamo abbastanza” Vivere un cristianesimo più fervido, meno apatico, meno pigro, meno egoistico. Cristiani sempre alla ricerca “ del meglio” “ del di più” che sanno mettere “ in moto” la propria coscienza. Non basta criticare o lamentarci di quello che gli altri non fanno, occorre” aprire gli occhi, la mente, e il cuore” per accendere il fuoco di buoni propositi, di sani desideri, di amore fraterno e sempre sincero.” E’ bella anche l’espressione : “ un cristiano che è inquieto ( nella ricerca del bene) può stare tranquillo “. Una quiete che è acqua stagnante, non è segno di vitalità:

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