ATTENTI A NON PERDERE LA COINCIDENZA …. ! non è la raccomandazione utile per il tempo delle vacanze, quindi, tempo di viaggi , di escursioni e di partenze, per le quali è necessario essere puntuali all’ora di appuntamento. Si tratta di qualcosa di più impegnativo ; è il problema è che non si conosce né il giorno né l’ora della ”coincidenza”, per farsi trovare pronti. E allora ? è la riflessione che svilupperemo oggi, più avanti.
La liturgia di questa domenica ha evidenti legami con quella precedente che ci invitava a considerare una “vanità”, cioè realtà effimera, i beni terreni; ci metteva in guardia dal seguire una particolare avidità, la cupidigia delle ricchezze, richiamandoci a meditare che tutto si dovrà lasciare; e il vangelo ci suggeriva di pensare, “ che la vita non dipende dai beni terreni”. E può esserci di insegnamento, non solo per fare dell’umorismo, la constatazione di quel ragazzo che diceva : “ la mia famiglia viveva in uno stato di tale miseria che quando siamo diventati poveri, abbiamo fatto festa.” .Passati ad una ….. ..categoria superiore ! Non per coltivare pericolose avidità, ma per “ del poco esser contenti” per dirla col poeta. Con il saggio avvertimento di Gesù : “ state attenti perché dove è il vostro tesoro là sarà anche il vostro cuore” La liturgia ci ammonisce splendidamente : “là siano fissi i vostri cuori dove sono i veri beni”. Questo ci impone di essere più solleciti nella ricerca, o desiderio, dei beni eterni, senza farsi sopraffare dalla insensata mania di accumulare, non per proprio giovamento, ma per lasciare ad altri. E’ assai interessante il pressante invito di Gesù:” se siete destinati alle realtà eterne, al raggiungimento della felicità vera e duratura, nei cieli , “ siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese”. Fatevi trovare pronti con la “coincidenza “ che però si effettuerà “ nell’ora che non pensate”. Questo comporta, allora, una vita cristiana vissuta in ogni momento, alla luce della volontà di Dio, all’accoglienza del suo Amore che si rende sempre presente in noi, nell’esercizio delle virtù che non ci faranno tremare al momento dell’appello di Dio, nell’ora che egli vorrà. Il nostro cristianesimo non sia quello di alcuni “ atti” o gesti solenni, come la Prima Comunione, la festa della Cresima, lo sfarzo del matrimonio, e poi il battesimo dei figli … E’ una ammaliante tentazione che ci illude profondamente. Il nostro cristianesimo deve essere una ininterrotta prova di fedeltà alla predilezione di Dio, una costante risposta alla vocazione battesimale.