Oscar Pistorius condannato a 6 anni per l’omicidio della fidanzata

L’Alta Corte di Pretoria ha condannato Oscar Pistorius a sei anni di carcere per l’omicidio nel 2013 della fidanzata Reeva Steenkamp. In precedenza, Pistorius era stato condannato a cinque anni di carcere per omicidio colposo. La sentenza era poi stata ribaltata in appello e tramutata in omicidio volontario. L’atleta ha già scontato 10 mesi di prigionia prima della concessione degli arresti domiciliari.

L’atleta rischiava oggi una condanna minima a 15 anni prevista per il nuovo reato. Non è chiaro al momento quanto tempo Pistorius dovrà ora trascorrere in carcere prima che gli siano concessi altri benefici, mentre appare esclusa la possibilità di un ricorso in appello da parte dei suoi legali. L’atleta verrà oggi stesso trasferito in carcere.

La vicenda, che ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica sudafricana e mondiale, ebbe inizio il 14 febbraio del 2013, quando l’atleta sparò alla Steenkamp, colpendola a morte, attraverso la porta del bagno del suo appartamento di Pretoria. Durante il primo processo, nel marzo del 2014, Pistorius sostenne di aver scambiato la fidanzata per un ladro. Per l’accusa si trattò invece di un omicidio intenzionale a seguito di una lite. La giudice Thokozile Masipa accettò la ricostruzione dell’atleta, condannandolo a cinque anni di carcere per omicidio colposo.

Nel dicembre 2015 la Suprema corte d’Appello ribaltò il verdetto in omicidio. Pistorius ha già trascorso quasi un anno di prigionia nel carcere Kgosi Mampuru II di Pretoria, prima di essere assegnato agli arresti domiciliari nell’abitazione dello zio nell’ottobre del 2015.

opo avere ascoltato nuove testimonianze e riesaminato la vicenda, la giudice Masipa, nel pronunciare stamani la nuova sentenza di condanna ha detto che vi sono “ragioni sostanziali e convincenti” per non applicare la pena minima di 15 anni. Uno dei fattori, ha spiegato, è la difficoltà nello stabilire se Pistorius intendesse veramente uccidere la sua fidanzata e questo dubbio “non può essere ignorato”.

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