CALTANISSETTA – “Non basta dire che fu Giovanni Brusca a fare esplodere un ordigno come quello utilizzato per la strage di Capaci, usando un solo detonatore, con un telecomando per aeromodelli, per ricostruire la verita’. Ritengo che la ricostruzione dell’accusa non sia attendibile perche’ in questa fase si coglie la presenza di soggetti esterni a Cosa nostra”. E’ quanto ha sostenuto oggi l’avvocato Salvatore Petronio, legale di Lorenzo Tinnirello, nell’ambito del secondo processo che si celebra a Caltanissetta per la strage di Capaci. Il legale di Tinnirello, imputato insieme a Salvo Madonia, Vittorio Tutino, Giorgio Pizzo e Cosimo Lo Nigro per l’attentato in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, si e’ soffermato a lungo sulla fase preparatoria dell’attentato con particolare riferimento al reperimento e alla preparazione della carica esplosiva e alla sua composizione. Il processo proseguira’ lunedi’, mentre martedi’ 26 luglio, la Corte entrera’ in Camera di Consiglio per emettere la sentenza. Quello che dicono i collaboranti va dimostrato. Scarantino – ha aggiunto il legale – ha preso in giro tutti. Ma anche Spatuzza ci fornisce una descrizione sulla preparazione dell’esplosivo che non e’ attendibile. Ha detto che l’esplosivo estratto dalle bombe risalenti alla seconda guerra mondiale, recuperate in fondo al mare, fu lavorato con martello e scalpello. Procedura rischiosissima perche’ bastava una scintilla per provocare un’esplosione”. Bisogna stabilire “se Spatuzza mente o ci dice la verita’. A Capaci il tritolo c’era ma chi ci da’ la conferma che il tritolo di cui parla Spatuzza sia lo stesso utilizzato a Capaci?”.
Mafia: ‘Capaci bis’, legale imputato “presenza soggetti esterni”
Gio, 21/07/2016 - 22:56
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