“Fenomeno”! Pokemon Go, l’americano Nick Johnson è il primo a finire il gioco

Ha percorso oltre 200 km a piedi e perso più di 10 chili, ma ha catturato 142 Pokemon. Tutti quelli possibili, visto che, dei 150 esistenti, gliene mancherebbero solamente 5 inediti e tre disponibili solamente in alcune regioni degli Stati Uniti. Nick Johnson, 28 anni di Brooklyn, ha postato giovedì su Reddit la notizia: «Li ho presi tutti». E così ha fatto Applico Ltd, l’azienda specializzata in tecnologie mobile in cui Nick lavora a Manhattan: «Su 21 milioni di utenti attivi — hanno scritto sul loro sito — il nostro capo della piattaforma mobile Nick Johnson è il primo giocatore ad aver catturato 142 Pokemon negli Stati Uniti».

«Insegua quel Pokemon!». Nick ha raccontato ai media americani di aver camminato una decina di chilometri al giorno e aver speso alcune centinaia di dollari per effettuare altri spostamenti con Uber: «Ho perso più di 10 chili e trascorso molte notti insonni alla ricerca di Pokemon». Tutti i giorni per più di due settimane è uscito dal lavoro intorno alle 6 e si è messo alla ricerca di Pokemon. Per catturare uno dei «mostriciattoli» Nick ha spiegato di aver chiamato un autista Uber che lo aiutasse ad inseguirlo.

I numeri. Per riempire tutte le caselle, Johnson ha catturato in totale circa 4.600 Pokemon e ha dischiuso oltre 300 uova. a particolarità della sua «impresa» è la ristrettezza dell’area geografica perlustrata: i personaggi sono stati acchiappati interamente all’interno dei confini di New York, tra Manhattan e Brooklyn.

Non solo un gioco. Il ragazzo, capo della piattaforma mobile nella startup di successo Applico, ha all’attivo studi e pubblicazioni su modelli di business vincenti nel settore mobile, tra cui un libro che esplora quelli di aziende come Snapchat o Tinder: «Lavoriamo con tantissime piattaforme di social gaming — ha dichiarato — e sono molto interessato a ciò che le rende così popolari. Voglio capire quanto si impegnano gli utenti, quali sono i meccanismi psicologici sottostanti. Il mio obiettivo era indagare il funzionamento dell’architettura complessiva: i punti di spawn, la mappatura, l’interazione tra i giocatori». Insomma, più che un gioco, per Nick si è trattato di uno studio professionale. (Fonte corriere.it)

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