Cosa accadrebbe se tutti i vulcani eruttassero contemporaneamente?

Brad Lewis, è più comunemente conosciuto come ‘The Volcanoman’, l’uomo dei vulcani; del resto non c’è appellativo più calzante per un uomo, un esperto fotografo, che ha dedicato gran parte della sua vita sui vulcani alla ricerca dello scatto perfetto.
Le sue foto sono magnifiche, tanto da sembrare irreali, immortalano vulcani nel pieno dell’attività eruttiva dove la ava, i fumi e le ceneri prodotte costituiscono la chiave di successo del suo lavoro.
Realizzare questi scatti non sarà stata un’impresa da poco e non molti si cimentano in questa impervia e pericolosa strada; ma una cosa è certa: questi fenomeni naturali hanno da sempre catturato l’interesse e la curiosità dell’uomo e forse ancora più affascinante è il fatto che, come diceva con acume Albert Einstein, ‘questo mondo sia conoscibile ed esplorabile’.
Un mondo affascinante la cui bellezza è tuttavia strettamente collegata alla sua potenza distruttrice ed imprevedibile, ne sono chiari esempi le città di Pompei ed Ercolano, dove il vulcano di Stromboli ha seminato morte e distruzione.
Attualmente sono 1500 i vulcani a attivi. Ci pensate se eruttassero tutti insieme? Gli scienziati si sono interrogati al riguardo, e in particolare alla Redford University in Virginia è stato condotto uno studio per chiarire meglio la questione.
Partendo dal presupposto che secondo gli scienziati la probabilità che tutti i vulcani della Terra eruttino contemporaneamente è così bassa che si potrebbe definire un evento quasi impossibile, nel caso questo evento dovesse verificarsi, le conseguenze sarebbero terribili.
Si instaurerebbe infatti una spirale negativa di reazioni a catena che porterebbe quasi senza ombra di dubbio alla fine della vita sul nostro pianeta. 
Se è vero che le eruzioni di lava ucciderebbero tutti coloro che si trovano nei pressi del vulcano, ma c’è anche da dire che i vulcani, in caso di eruzione, emettono gas e ceneri, che formerebbero una fitta coperta, che potrebbe durare anche 10 anni; ciò causerebbe gravi squilibri climatici, e la mancanza di luce e con essa la fotosintesi condannerebbe il nostro pianeta ad un perenne buoi e gelo con la conseguenza che non ci sarebbero né raccolti né cibo rendono la vita sulla Terra decisamente impossibile.
Ma c’è di più; secondo lo scienziato che ha condotto lo studio, i gas vulcanici genererebbero piogge acide che contaminerebbero le falde, il suolo e gli oceani e i coralli, i bivalvi e crostacei sarebbero i primi a morire.
L’anidride carbonica eruttata avvelenerebbe l’atmosfera, gli unici a sopravvivere sarebbero solo gli organismi estremofili, capaci di resistere in ambienti molto acidi.
Tutte le forme di vita nelle sue acque morirebbero all’istante e la flora e la fauna marina si estinguerebbero per sempre, in assenza di acqua ‘salubre’ dove poter vivere e riprodursi.
Forse è meglio pensare all’impossibilità che questo disastroso evento si verifichi e continuare a dormire sonni tranquilli.

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