PALERMO – Si trasforma in un ‘pasticciaccio’ di cui l’Ars poteva fare a meno, il voto in commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana con il quale e’ stata cancellata la doppia preferenza di genere. L’Ars in queste settimane e’ impegnata nel varo della nuova legge elettorale per i Comuni e le questioni piu’ insidiose apparivano altre. Non certo quella sulla parita’ di genere che sembrava un dato acquisito. Fino a stamattina. Ora tocchera’ all’Aula porre rimedio. Nel frattempo, una dopo l’altra si sono scatenate le reazioni. Ultima quella della presidente della Camera Laura Boldrini: “Merita attenzione l’appello con il quale numerose sigle dell’associazionismo femminile e organizzazioni sindacali della Sicilia hanno espresso preoccupazione per la discussione in corso all’Assemblea regionale sulla possibile soppressione della doppia preferenza di genere alle elezioni amministrative”. Boldrini si augura che “in tutti gli ambiti della vita istituzionale, si trovi il modo per garantire una effettiva parita’ di genere nella possibilita’ di essere votati. Una presenza non marginale delle donne nelle istituzioni, anche locali, fa andare avanti tutta la societa'”.
A votare per la soppressione anche la pattuglia dei deputati del Movimento Cinque stelle che rivendicano la loro scelta: alla base del no “ci sono numerosi motivi, in primis l’aumento esponenziale del controllo del voto e il rischio di elezione di candidati fantocci (sia uomini che donne), solo perche’ collegati ad un candidato forte. E’ una discriminazione al contrario”, dicono i deputati 5 stelle: “Inserire corsie preferenziali solo in base al sesso significa preferire il genere al merito, che deve essere sempre la bussola per le scelte”.
La ministra per le Riforme costituzionali Maria Elena Boschi, con delega alle Pari opportunita’, adesso chiede che l’Assemblea regionale “capovolga questa scelta, con un voto che garantisca un vero equilibrio di genere. Sarebbe grave un voto contrario alla doppia preferenza di genere sia per la difformita’ rispetto alle scelte fatte dalla legge nazionale per il rispetto del principio costituzionale della parita’ dei sessi, sia perche’ verrebbe meno l’equilibrio, quanto mai auspicato, della rappresentanza di genere”. Una grave intromissione per il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone: “E’ fuori luogo che un ministro intervenga mentre si sta discutendo di una norma in Assemblea regionale, soprattutto se quel ministro poi sara’ presente nella seduta in cui il Cdm discutera’ sulle impugnative delle leggi della Regione siciliana”. “Un ministro per le Pari opportunita’ – replica la capogruppo del Pd in Assemblea, Alice Anselmo – ha pieno titolo ad intervenire quando c’e’ il rischio che venga calpestata una norma sulle pari opportunita’. Purtroppo emergono ciclicamente resistenze culturali e blocchi trasversali che rischiano di riportare indietro la lancetta dell’orologio”. E perche’ sia chiaro, Fausto Raciti, segretario regionale del Pd, avverte: “Senza la doppia preferenza di genere, non siamo disponibili a votare alcuna legge elettorale”.