Nei guai per un contributo comunitario che avrebbe intascato con l’ inganno. Sulla base, per l’ accusa, di un atto con la buonanima. Già, un contratto stipulato sulla carta con la zia… deceduta già da tre anni. E non una barca di quattrini avrebbe incamerato, ma sufficienti a farlo finire nei pasticci.
Così da trascinare alla sbarra un imprenditore agricolo sommatinese, il sessantacinquenne Giacomo Giarana (assistito dall’avvocato Diego Perricone) che, però, si trova adesso al centro di una vicenda, dal punto di vista giudiziario, a dir poco controversa. Perché la procura, in corsa, ma ancor prima di aprire l’ istruttoria ha mutato le contestazioni. Così da indurre la difesa a mettere tutto in discussione. Fino a chiedere che tutti gli atti tornino nelle mani del gip.
Già perché all’imprenditore, per un contributo di poco superiore ai cinquemila euro a carico del fondo europeo agricolo di garanzia, sull’onda di un’ indagine delle fiamme gialle inizialmente la magistratura ha contestato il reato di conseguimento indebito di un finanziamento comunitario, più comunemente noto come indebita percezione di erogazioni di denaro pubblico. Questa è l’ ipotesi accusatoria per cui la procura ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio dell’ impresario del settore agricolo. (di Vincenzo Falci, fonte gds.it)