La fuga dei giovani. Mentre Torino, Milano, Venezia e il Nord-est, Parma, Reggio Emilia e la pianura padana, Genova, l’area della costa marchigiana, Lucca e alcune aree della Toscana, Roma, Salerno, Napoli, Olbia, Bari, crescevano e consolidavano la loro identità, trascinando anche i paesini dell’hinterland,il 30% dei Comuni italiani, concentrati nelle aree interne dell’Appennino e del Sud- in particolare Campania, Puglia e Sicilia- restava indietro negli ultimi 25 anni. Con redditi bassi, tassi di disoccupazione alti per i ragazzi tra i 20 e i 30 anni, ma anche per i 30-54enni, e una riduzione impressionante dei ragazzi: gli ultra 65enni in questi paesini sono aumentati dell’83% rispetto ai giovani fino a 14 anni. Se i cittadini italiani crescevano del 7%, nei piccolissimi borghi i residenti diminuivano del 6,3%, con 675 mila abitanti in meno. Questione di condizioni ambientali? Non sempre. Perché se è vero, nota Legambiente, che la montagna soffre, ma non dappertutto, ci sono centinaia di piccoli Comuni a disagio in collina e pianura, segno che «più che le condizioni altimetriche sono le condizioni di collegamento e innervatura delle reti a governare lo sviluppo».
Lavoro agile : la ricetta contro i Comuni fantasma. Come si evita che questi Comuni diventino paesi fantasma? Sfruttando le opportunità residenziali, suggerisce Legambiente: «Se solo un quarto delle 500 mila abitazioni non utilizzate lo fossero, potremmo addirittura ospitare fino a 1,5 milioni di nuovi cittadini». Ma anche valorizzando le opportunità turistiche: «Se solo un quarto dei posti letto fossero utilizzati secondo le medie urbane, il turismo creerebbe benessere diffuso: 123 milioni di presenze ogni anno, un fatturato di quasi 10 milioni di euro con oltre 300 mila nuovi posti di lavoro». Infine, «se solo un quarto delle superfici agricole abbandonate negli ultimi 20 anni fosse riutilizzato, potremmo avere oltre 125mila nuove aziende agricole, con una media di 12 ettari ognuna». Ma per fare tutto questo occorrono nuove forze: in sostanza giovani laboriosi e capaci che possano scegliere di andare (o tornare) a vivere in posti molto più salutari, genuini, belli e semplici, potendo nello stesso tempo svolgere il proprio lavoro da casa, grazie a reti internet veloci e smartworking. Ed è questa infatti la base di partenza di una proposta di legge dell’on.Ermete Realacci (PD), in discussione alle Commissioni riunite Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici e Bilancio della Camera: «L’intenzione è di approvare nella prossima settimana alle Commissioni riunite V e VIII questa proposta di legge per andare presto in Aula- spiega Realacci- È una legge su cui con Legambiente lavoriamo da tempo anche con la campagna Voler Bene all’Italia». Tra le misure principali del provvedimento la diffusione della banda larga e misure di sostegno per l’artigianato digitale; la semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento da riconvertire in alberghi diffusi; interventi di manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente; la messa in sicurezza di strade e scuole e interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e l’acquisizione e riqualificazione di terreni e edifici in abbandono. (di Valentina Santarpia, fonte corriere.it)