Eseguite, nel dettaglio, 12 misure cautelari (di cui una agli arresti domiciliari) a carico di undici cittadini romeni ed un italiano, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata ai furti in ville e appartamenti. L’attivita’ investigativa, condotta da personale della Seconda Sezione Investigativa-Criminalita’ Straniera e Prostituzione, ha tratto origine dall’incendio di un’autovettura con targa romena nel quartiere del Borgo Vecchio; le indagini hanno accertato che l’episodio era scaturito da screzi legati alla spartizione dei proventi di numerosi furti, commessi in ville e appartamenti di tutta la Sicilia. Le indagini hanno rivelato l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale dedita alla commissione di furti in ville isolate ed appartamenti cittadini. Il gruppo si spostava da Palermo, quotidianamente, nelle ore serali e fino alla mezzanotte, per colpire anche in altre province siciliane (in particolare Palermo, Messina, Trapani e Agrigento), alternando sapientemente la propria presenza nelle diverse citta’, in modo da destare meno sospetto possibile. Gli obiettivi erano principalmente ville isolate, ma in molti casi venivano presi di mira appartamenti indicati da donne rumene impiegate come badanti o donne delle pulizie in quelle stesse abitazioni. In diversi casi, le stesse badanti hanno preso parte all’esecuzione dei furti. Il ruolo di vertice in seno all’organizzazione era ricoperto da Costantin Stancu e Costantin Ilioae, affiancati da un nutrito gruppo di connazionali, residenti, in gran parte, tra i quartieri “Borgo Vecchio” e “Ballaro'”. Subito dopo la commissione dei furti, i capi dell’organizzazione Stancu e Ilioae “piazzavano” immediatamente la refurtiva a diversi ricettatori. In un caso vittima e’ stato un disabile assistito da una badante romena: ad agire il compagno della donna che aveva lasciato aperta la porta dell’appartamento; in un altro caso un noto professionista palermitano, fidandosi ciecamente della propria governante romena, assunta da oltre cinque anni, le aveva affidato le chiavi di casa, in occasione di un viaggio durato alcuni giorni; al suo ritorno ha trovato la propria abitazione svaligiata (per un danno economico di oltre duecentomila euro). La donna, irrintracciabile dal datore di lavoro, ha abbandonato la citta’ e cancellato ogni traccia del suo passato, persino il profilo Facebook. Il personale della “Mobile” palermitana l’ha rintracciata e tratta in arresto insiema al compagno in provincia di Lodi.