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Olimpiadi di Rio: ci sarà anche la squadra dei rifugiati, per dare speranza a tutti i profughi del mondo

Redazione

Olimpiadi di Rio: ci sarà anche la squadra dei rifugiati, per dare speranza a tutti i profughi del mondo

Dom, 05/06/2016 - 13:07

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Entreranno nello stadio Maracanà prima del Brasile padrone di casa, nella cerimonia che il prossimo 5 agosto segnerà l’inizio dell’Olimpiade di Rio. Dieci atleti, due provenienti dalla Siria, due dal Congo, cinque dal Sudan, e uno dall’Etiopia, tutti rifugiati. Ad annunciare l’elenco dei nomi, selezionati fra 43 candidati a far parte della rappresentanza, il presidente del Comitato Olimpico Thomas Bach. «Questi rifugiati non hanno casa, non hanno una squadra né una bandiera o un inno. – ha detto – Noi offriremo loro una casa nel villaggio olimpico, insieme a tutti gli altri atleti del mondo. E per loro sarà suonato l’inno olimpico, mentre la bandiera delle Olimpiadi sventolerà negli stati per rappresentarli. Questo sarà un segnale di speranza per tutti i rifugiati del mondo, e farà capire ancora meglio al pianeta la portata enorme delle crisi dei rifugiati». Ecco chi sono:

  • People Misenga, judoka 23enne fuggito dalla Repubblica Democratica del Congo e che vive in Brasile, proprio in una favela di Rio.
  • Yolande Bukasa, ha 28 anni, judoka anche lei, sempre di origine congolese, vive in Brasile, dal 2013, anno in cui si svolsero i campionati del mondo di judo a Rio. Non è infatti mai più tornata nel suo Paese
  • Yusra Mardini ha 18 anni, è scappata dalla Siria per rifugiarsi in Germania. La sua è forse la storia più drammatica: fuggita da Damasco insieme alla sorella Sarah, nel tentativo di raggiungere l’isola di Lesbo il gommone su cui viaggiava è naufragato. Ha dovuto nuotare per quasi 5 chilometri nell’Egeo per raggiungere la costa. Quindi, a piedi, ha camminato insieme ai suoi parenti attraverso Macedonia, Serbia e Ungheria, prima di raggiungere Austria e poi Germania. «La nostra casa in Siria è stata distrutta, non abbiamo più niente» ha detto Yusra che ora vive a Berlino con la famiglia
  • Rami Anis, 25enne nuotatore di origini siriane, rifugiato in Belgio, gareggerà nel 100 metri farfalla. Nel 2011, quando scoppiò il conflitto siriano, si era rifugiato in Turchia, quattro anni più tardi lo spostamento in Belgio
  • Yiech Pur Biel ha 21 anni, arriva dal sud Sudan, è scappato nel 2005, rifugiandosi nel campo profughi keniota di Kakuma, correrà gli 800 metri. «Voglio dimostrare agli altri rifugiati che hanno una possibilità e una speranza nella vita. Con l’educazione, ma anche con la corsa, puoi cambiare il mondo» ha detto.
  • Janes Nyang Chiengjiek ha 28 anni, anche lui è originario del sud Sudan. Rifugiato nel campo keniota di Kukuma, a Rio correrà i 400 metri
  • Anjelina Nadai Lohalith sud sudanese, da quando aveva sei anni è stata costretta ad abbandonare il suo Paese per sfuggire alla guerra. Da allora non vede né parla con i suoi genitori. A Rio farà i 1500 metri
  • Rose Nathike Lokonyen Del sud del Sudan anche lei, anche lei rifugiata in Kenya, correrà sugli 800 metri
  • Paulo Amotun Lokoro quinto atleta sud sudanese nella selezione rifugiati, scappato in Kenya, oggi vive in un campo. Correrà i 1500 metri a Rio
  • Yonas Kinde classe 1980, originario dell’Etiopia, maratoneta, dal 2013 vive in Lussemburgo sotto protezione internazionale

(Fonte Corriere.it)