Nel Solco dello Spirito (di don Salvatore Callari)

OLTRE  AI  MISTERI  DI  DIO ….  ANCHE   I   NOSTRI  ! ?

Sul sentiero della Liturgia abbiamo meditato,  non oso dire, abbiamo tentato di capire,  avendo giudicato più opportuno rinunziarvi, avendo preferito dire : “ è meglio viverli che penetrarli  ( i misteri)

In questa domenica la liturgia  non ci propone “una festa- mistero” ,  particolare, da celebrare, e tuttavia, in altro modo e contenuto, diversi, ci troviamo di fronte ad un mistero. Seguiamo la scia delle letture,  la prima e la terza,  dove si narra di due fanciulli morti e risuscitati; uno dal profeta Elia, l’altro da Gesù a Nain .  E’ giusto non parlare della sola morte, ma anche della “relativa” risurrezione . In maniera sbrigativa si può  dire “ mistero della morte”  e “ mistero della risurrezione.” Del mistero della morte “ al naturale”, non ci creiamo problemi, specialmente se si intende “ naturale”, non solo non violenta, ma anche il fatto che  si è goduta la vita, per un numero di anni ragionevole e così molte opposizioni non si fanno, trovando “naturale”  la fine.  L’angoscia, invece, ci prende quando si pongono domande come : perché in età prematura ? Perché  con modalità crudeli ? Perché  in situazioni in cui la morte apre baratri di sofferenze senza fine ?  Perché  colpire gli innocenti ?  Perché i bambini ?  e così via ..

Con un piccolo plagio di un autore moderno potrei dire : non facciamoci troppo domande ( su Dio ) e sul suo operato, per evitare di darci risposte sbagliate: Ho avuto molto ardire a porre domande, ma non ne  ho affatto  per dare risposte che non so trovare. Mi rifugio nel “ mistero correlativo” cioè quello della risurrezione. Non osiamo pensare che sia  “naturale” ma è il mistero della potenza di Dio e soprattutto della sua bontà.  Questo non possiamo negarlo, non solo perché  è  piacevole, ma anche perché abbiamo mille prove  della sua amorevole paternità  che interviene in maniere impensate, provvidenti e misericordiose.  E ci rasserena e consola  il Salmo : “Gustate e vedete quant’é buono il Signore , beato chi in Lui si rifugia “. Il profeta Elia pregò per il figlio della vedova : “ Signore , l’anima del fanciullo torni  nel suo corpo… e quegli riprese a vivere”  E Gesù al figlio  della vedova di Nain: “Giovinetto dico a te, alzati…. e  Gesù lo diede a sua madre.  Ecco la  sicura tenerezza di Dio: “Io sono il Signore della vita”.  Il Signore è tale quando dà la  forza di risorgere dalle più drammatiche situazioni! Quando libera lo spirito dall’orribile peso dell’odio, della violenza, della vendetta ! Quando sostiene il corpo per sopportare, con encomiabile pazienza, i dolori che logorano l’esistenza, !  Quando infiamma d’amore, uomini e donne, che si dedicano, con sacrificio e talora con eroismo, a lenire gli affanni e le sofferenze di moltitudini di sventurati!  … Quando provvede agli uccelli del cielo e ai gigli del campo  … !  Allora, non è  il caso di chiedere spiegazioni e risposte, ma è più importante “registrare le tante constatazioni” in cui, sulle misteriose , inspiegabili sventure umane, trionfa “ la risurrezione”  dell’Amore misericordioso di Dio. Non è risposta sbagliata  dire che Dio è Amore che salva, che conforta, che risuscita, che restituisce serenità e pace. Come Padre misericordioso.

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