Non sembra, invece, accusare flessioni il traffico della cocaina (+4%) e, ancor piu’, quello delle droghe sintetiche che, segna nel 2015 una decisa impennata, sia con riferimento ai quantitativi in polvere (+161,73%) che al numero delle dosi (+175,53%). Si tratta di volumi non elevatissimi in termini assoluti ma che denotano una recrudescenza del fenomeno, ormai ben radicato nel cosiddetto “territorio virtuale” rappresentato dalla rete Internet, tanto nella sua dimensione “open” che nell’area oscura (deep web), dove l’azione di contrasto svolta dalle forze di polizia, dopo una fase di ricognizione delle potenzialita’ operative dei cyber trafficanti, sta operando sempre piu’ proficuamente.
Il numero di operazioni di polizia per il contrasto del traffico e lo spaccio della droga si e’ mantenuto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. E’ proseguito il trend decrescente complessivo nelle denunce all’autorita’ giudiziaria e negli arresti che, iniziato gia’ nel 2014, ha segnato uno scarto negativo del -7,35%.
Il dato relativo agli stranieri coinvolti nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, pur rappresentando circa un terzo di tutti i denunciati, non solo non e’ cresciuto ma, in prosecuzione con l’andamento del quinquennio precedente, ha registrato un piccolo decremento (-5%) rispetto all’anno precedente, collocandosi al di sotto della media decennale. Con oltre il 94% dei sequestri di droga, resta la frontiera marittima, pur in presenza dell’accennata flessione nei sequestri in mare, il luogo dove si consuma il confronto piu’ aspro con i trafficanti di droga, che continuano a differenziare le rotte di importazione, utilizzando il continente africano quale luogo di stoccaggio e transito sia della cocaina di provenienza sudamericana che dell’eroina prodotta e raffinata in Afghanistan.
“In questa prospettiva – sottolinea il Viminale – l’affinamento delle strategie di contrasto del narcotraffico perpetrato per via marittima e’ un obiettivo irrinunciabile, perche’ consente di aggredire sempre piu’ efficacemente il fenomeno in una fase antecedente all’ingresso dei carichi di droga nel territorio dello Stato e alla loro parcellizzazione nelle piazze di spaccio dei paesi di approdo nonche’ di predisporre una difesa ‘avanzata’ degli ambiti territoriali nazionali e dell’intera Unione Europea flagellati dal fenomeno del consumo della droga, colpendo le organizzazioni criminali nei loro vitali assetti logistici”.
Un’ulteriore evoluzione del traffico colta nel 2015 e’ quella che vede affiancarsi ai vettori marittimi velivoli leggeri ed ultraleggeri che, sfruttando piste di decollo clandestine realizzate al di la’ dell’Adriatico, trasportano dall’Albania al nostro Paese ragguardevoli quantitativi di cannabis. “Se tale metodologia potra’ davvero assumere rilievo nel contesto delle illecite importazioni di stupefacente verso il territorio nazionale -commentano gli esperti della Dcsa – lo dira’ il tempo e l’azione di monitoraggio prontamente attivata dalle forze di polizia”.
L’esame del narcotraffico nella sua dimensione associativa rivela, anche per il 2015, il ruolo egemone della ‘ndrangheta calabrese, che si conferma leader nella commercializzazione, a livello mondiale, della cocaina, seguita dalla Camorra e dalla criminalita’ organizzata pugliese, pienamente operativa nello smercio delle sostanze stupefacenti importate dall’Albania. A queste devono aggiungersi le compagini criminali marocchine ormai in grado di gestire, in condizioni di monopolio pressoche’ esclusivo, il traffico di hashish proveniente dal Nordafrica attraverso le capillari reti di distribuzione attive sul territorio dello Stato.
“Per contrastare sempre piu’ efficacemente la minaccia del crimine organizzato – rileva la Dcsa – e’ necessario sviluppare nuove capacita’ investigative e di analisi atte ad individuare i flussi finanziari che supportano il narcotraffico e i suoi enormi profitti, soprattutto laddove tali enormi disponibilita’ sono reimmesse nei circuiti dell’economia legale o vengono destinate ad alimentare altrettanto destabilizzanti fattori di crisi, come il terrorismo internazionale e la corruzione “Sul piano dello sviluppo dei rapporti internazionali, il 2015″ verrà anche ricordato per la lunga e delicata fase di negoziazione dell’Outcome Document approvato nel corso della Sessione Speciale sulle droghe dell’Assemblea delle Nazioni Unite (Ungass 2016) che si e’ tenuta quest’anno a New York. La Direzione Centrale, attraverso i suoi rappresentanti – si legge in un comunicato – ha partecipato attivamente all’elaborazione del citato Documento Finale, in cui e’ fissata la strategia antidroga a livello mondiale dei prossimi anni, ribadendo, sia a Vienna, nell’ambito delle Nazioni Unite, che a Bruxelles, in sede Comunitaria, l’incomprimibile necessita’ che, anche in futuro, la lotta alla droga avvenga in un contesto nel quale siano sempre salvaguardati la tutela dei diritti umani, il diritto alla salute e quello alla sicurezza delle persone e degli Stati”.