Nata a Los Angeles il 1 giugno del 1926, Norma Jeane Baker Mortenson ha un’infanzia travagliata: la madre, Gladys Pearl Monroe, e’ affetta da problemi psichici e non puo’ prendersi cura della figlia. Il padre non esiste: sebbene sul certificato di nascita della bambina risulta essere Martin Edward Mortenson, un fornaio norvegese ex marito di Gladys, i biografi concordano nel dire che non fosse lui in quanto la coppia si era gia’ separata prima che la donna restasse incinta.
Norma cresce cosi’ passando da un orfanotrofio a un altro, con un’instabilita’ che si riflettera’ per tutta la vita sul carattere e sulle relazioni amorose di Marilyn. A 16 anni Norma sposa il 21enne James Dougherty, ma i due si lasceranno dopo poco. Nel frattempo trova lavoro presso un’industria aeronautica produttrice di paracadute dove conosce il fotografo David Conover che la convince a intraprendere la carriera di modella. E’ l’incontro che le cambiera’ la vita. Nel 1946, a venti anni, si schiarisce i capelli e cambia nome: nasce il mito di Marilyn Monroe.
E’ l’inizio della sua carriera nel cinema che, dopo una breve esperienza nel porno – la pellicola originale fu battuta all’asta nel 2008 per un milione e mezzo di dollari – la porta a recitare in alcuni dei film piu’ noti come “Gli uomini preferiscono le bionde”, “Niagara”, “Eva contro Eva”, ma soprattutto a diventare l’icona sexy per antonomasia di quegli anni.
E tra gli uomini che cullano il sogno proibito della bionda Marilyn ci sono idoli dello sport, della letteratura e gli uomini piu’ potenti del mondo: i fratelli Kennedy. Secondo alcune ipotesi, la morte di Marilyn, e’ legata proprio alle relazioni avute prima con John, poi con Bob. Ma mentre il rapporto con i Kennedy era tenuto segreto e sotto il controllo dell’Fbi diretta da Edgard J. Hoover, le riviste si gossip si riempivano dei brevi e turbolenti matrimoni. Primo fra tutti quelli con Joe Di Maggio, durato appena nove mesi e destinato a segnare profondamente la carriera del campione di baseball. Poi quello con il drammaturgo Arthur Miller che per quattro anni e mezzo ando’ avanti tra lunghe separazioni, profonde frustrazioni e il lento sprofondare di Marilyn nella psicosi. Il 5 agosto del 1962, la Monroe mori’ sola, accanto a una boccetta di barbiturici vuota.