CALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.
Senti Robbè, noi te stiamo ad ascoltà, ma rappresenti il Pd, per questo nun te votiamo.” Ha affermato cosi Roberto Giachetti al Corriere della Sera all’indomani del deludente risultato del ballottaggio romano che ha consegnato la città in mano al Movimento 5 Stelle: era questa la risposta che arrivava nella maggiore delle occasioni di presentazione del suo programma elettorale per Roma Capitale.
Non è che la situazione sia diversa nelle altre città, anzi. Molte volte parlando con amici e persone che incontro quotidianamente in città, mi sento dire una cosa simile a quella che i romani dissero a Giachetti: “Se ti dovessi candidare con il PD, sappi che molti voti non li riceverai ”. Mi chiedo perché?
Perché un partito come quello Democratico, che ha tutte le carte per produrre le migliori classi dirigenti che il paese chiede, deve ancora rifugiarsi in vecchi volponi, nostalgici della prima Repubblica, filtrati dalle varie correnti democristiane o dalle segreterie comuniste dei tardi anni ottanta? Il Partito Democratico deve essere la casa di tutti quelli che si rispecchiano nel progresso. Basta con questo conservatorismo becero.
Perché, come accade in città, il Partito Democratico deve pensare al rimpasto di giunta e al “turnover” tra consiglieri comunali, piuttosto che ai reali problemi della città, quali la sporcizia, l’inesistenza di una manutenzione del verde e delle infrastrutture, oltre al degrado totale del centro storico?
Perché un partito, come quello Democratico, deve solamente dare precedenza alla dinastia politica piuttosto che al merito? Quanti giovani e non, capaci e meritevoli, ha fatto scappare il Partito in questi anni, in città e in tutta la regione?
Occorre, una volta per tutte, ripensare al concetto stesso di Partito Democratico: la lezione di Roma e Torino la dice lunga. Non cullatevi che la situazione a Caltanissetta sia migliore: le prossime elezioni s’iniziano a intravedere all’orizzonte, e il partito non può presentarsi con questa classe dirigente, sappiatelo!
Occorre iniziare a pensare a politiche per la città, a politiche che guardino le generazioni future, non solo le prossime elezioni. Basta con questo immobilismo, con questa dialettica marcia e con questi giochetti che non interessano alla gente, anzi, creano malcontento e perdita di consensi.
E’ giunto il momento di cambiare!
Giuseppe Sollami