GELA – L’amministrazione comunale di Gela ha accolto con soddisfazione l’approvazione, in Giunta Regionale, della delibera sulla perimetrazione dell’area di crisi industriale complessa. L’atto, dopo un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico emanato oltre un anno fa, comprende i Comuni appartenenti ai Sistemi Locali del Lavoro di Gela, ma anche di Mazzarino, Vittoria, Caltagirone, Riesi, Caltanissetta e Piazza Armerina.
“In questo modo – ha commentato il sindaco di Gela, Domenico Messinese -, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, Invitalia, potrà avviare i benefici economici e le agevolazioni fiscali per una realtà urbana messa in ginocchio dalla crisi economica. Viene scongiurata la perdita di questi vantaggi che arrivano come ossigeno per polmoni affaticati. Diamo atto al governatore Rosario Crocetta di aver mantenuto fede al suo impegno dopo le ultime sollecitazioni ed auspichiamo che adesso si concretizzi su un veloce utilizzo dei fondi di compensazione dell’Eni. Martedì prossimo a Palazzo d’Orleans – ha concluso il primo cittadino – ci aspettiamo di individuare le prime opere da cantierare in tempi brevi”.
“La città oggi non ha bisogno di discutere di priorità sulle opere da realizzare – ha spiegato in merito l’assessore comunale allo Sviluppo Economico, Simone Siciliano -, non c’è più tempo per le concertazioni, adesso bisogna agire. Proporremo al tavolo regionale con Eni e Governo di perfezionare gli accordi per la riqualificazione del sistema portuale gelese, puntando sul progetto di ripristino funzionale del porto rifugio e uno studio di pre-progettazione per il rilancio della portualità industriale, e per il reimpiego delle acque non più in uso alla raffineria, tra cui quelle dell’invaso Ragoleto, e la messa in funzione dell’impianto di trattamento delle acque reflue depurate per usi irrigui che si trova nell’area industriale. Portualità ed agricoltura infatti – ha concluso il vice sindaco – devono ricollocare nel nuovo contesto di sviluppo territoriale la città di Gela come riferimento centrale per risvegliare una nuova era occupazionale in grado di contenere l’esasperazione sociale delle fasce marginali”.