L’edilizia residenziale, che potrebbe costituire un’alternativa al mercato pubblico, sconta invece il costante calo di autorizzazioni concesse (dalle 14.469 del 2007 alle 3.929 del 2013, -72,8%; il calo e’ del -44,2% rispetto al 2012). Come se non bastasse, in Sicilia i ritardi medi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni alle imprese che hanno eseguito lavori sono i piu’ lunghi d’Italia: 7 mesi, pari a 199 giorni, cioe’ 139 giorni oltre i termini fissati dalla legge in 60 giorni; e’ un tempo superiore del 20% alla media nazionale dei ritardi. A causa di questi comportamenti, il 49% delle imprese siciliane ha dovuto limitare gli investimenti e il 29% ha dovuto ridurre il personale. E aumentano i costi delle esposizioni bancarie: il 60% delle aziende ha dovuto chiedere un anticipo fatture, il 34% un finanziamento a breve e il 17% uno scoperto sul conto, e il 71% ha dovuto diluire i tempi di pagamento ai fornitori. Non e’ di aiuto il sistema bancario che, mentre sostiene le famiglie con un aumento dei mutui casa (41.247 nel 2015, +70,6%), riduce il credito alle imprese per investimenti nel settore residenziale (8.974 mutui nel 2015, -1,8%) passando da 1,2 miliardi del 2007 a 276 milioni del 2015, quando invece il credito al settore non residenziale lo scorso anno ha avuto un incremento del 67,3% (9.972 erogazioni), anche se il “salto” e’ stato da 21 miliardi del 2007 a 6 miliardi del 2014. Quest’anno il credito alle imprese si e’ gia’ ridotto del 50% e il 37% delle aziende lamenta nuove difficolta’ di accesso ai finanziamenti bancari. In conseguenza di tutti questi fattori negativi, l’intero settore edile ha subito una significativa contrazione: dal 2008 al 2013 la perdita e’ pari a -3.368 imprese (-10,2%), frutto del saldo fra la chiusura di 4.607 aziende con piu’ di un addetto (-25%) e la nascita di 1.239 ditte con un solo addetto (+8,4%). Cio’ ha comportato il licenziamento di 65mila dipendenti diretti (-41,7%) senza contare l’indotto. Nel 2015 si e’ registrato un timido segnale di ripresa dell’occupazione, che ha impegnato complessivamente 91 mila persone (+4,2%). La speranza in una ripresa risiede unicamente nell’avvio della programmazione dei fondi extraregionali, che dovrebbe essere facilitata dal superamento del Patto di stabilita’ interno e dall’obbligo imposto dall’Ue di destinare lo 0,3% del Pil al cofinanziamento degli investimenti. Al momento in ballo vi sono per la Sicilia 5 miliardi e 378 milioni di euro di fondi strutturali 2014-2020 che potrebbero attivare nuova domanda edilizia pari a 2,5 miliardi; piu’ le risorse che deriveranno dai Pon e Poc e dai Patti per il Sud.