Dovremmo ricordare Manaus, Balotelli, l’Inghilterra battuta all’esordio nel Mondiale 2014 e la rapida disillusione brasiliana. Dovremmo, perché un grande esordio non significa vincere un torneo. Dovremmo. Ma chi ne ha voglia, adesso? Che Italia, signori. Che partenza a Euro 2016: sconfitto per 2-0 il favorito Belgio a Lione, con una prova tutta cuore e cervello, tutta in stile Antonio Conte. Il pareggio tra Irlanda e Belgio ci proietta al comando del girone: è lunga, è lunghissima, ma intanto è così.
TATTICAMENTE PERFETTI — Il primo tempo? Partiamo dalla fine: Clattenburg fischia l’intervallo e Buffon, prima di raggiungere gli spogliatoi, agita il pugno sotto la curva azzurra, che ricambia alzando i decibel. Gigi fa così perché ha appena incassato 46 minuti di conferme, esulta in quel modo perché l’Italia ha eseguito alla grande le istruzioni telecomandate da Conte in queste settimane. Si carica, il capitano, perché gli azzurri sono in vantaggio allo Stade des Lumieres, ed è un 1-0 che ci sta tutto. Equilibrio doveva essere il nostro credo: detto, fatto. L’Italia si muove come una testuggine, coprendo il campo con intelligenza e concedendo ai belgi appena un paio di tiri di Nainggolan nei primi venti minuti. Wilmots ha schierato i suoi in un 4-2-3-1 che diventa 4-3-3 a seconda della posizione di Fellaini, i cui avanzamenti decentrano Lukaku (molto nervoso) sulla destra. Ma la Nazionale di Conte, vestita di un 3-5-2 che non dovrebbe sorprendere nessuno, stupisce invece per la facilità con cui tiene in campo e crea gioco.
CHIUDE PELLÈ — Dentro anche Origi e Ferreira Carrasco, mentre Eder lascia spazio a Immobile. L’Italia comincia i venti minuti finali un po’ in apnea, rimedia quattro ammonizioni in pochi minuti e non è più lucida come a inizio gara. Resistere diventa l’unico imperativo, è il momento del cuore, è scoccata l’ora dei guerrieri. Quelli che ieri il c.t. aveva evocato. Immobile prova il blitz, si è inserito con lo spirito giusto, Courtois vola e gli dice no. Poi è sofferenza, tremenda sofferenza, col pallone che balla in area azzurra più volte. Ma non entra. Non nella porta azzurra, almeno. Entra in quella del Belgio, con una girata volante di Pellè che finalizza l’ultima ripartenza. Due a zero. Due. A zero. Lione esplode, si tinge di verde, bianco e rosso. Buffon si aggrappa alla traversa, perde l’equilibrio per la gioia, quasi si fa male nell’estasi della vittoria. Siamo primi nel girone. È lunga, lunghissima, ma siamo primi nel girone. (di Stefano Cantalupi, fonte gazzetta.it)