Sul totale dei 329,5 miliardi, 88,9 miliardi corrispondono alla voce relazioni finanziarie con le autonomie territoriali; 70,9 miliardi alle politiche previdenziali; 40,9 miliardi all’istruzione scolastica; 32,7 miliardi ai irrito sociali, politiche sociali e famiglia; 18,1 miliardi alla difesa e sicurezza del territorio; 8,4 miliardi alle politiche economico-finanziarie e di bilancio; 7,9 miliardi all’ordine pubblico e alla sicurezza; 6,1 miliardi alle spese per organismi in Europa e nel mondo; 6,9 miliardi all’istruzione universitaria. Il totale delle uscite a carico del bilancio pubblico e’ passato dai 649,3 miliardi del 2009 ai 732,1 miliardi del 2014, in crescita del 12,76%.
“La spending review e’ un tema ricorrente per chiunque arriva a palazzo Chigi. Eppure – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – negli anni della crisi, nei quali tutti i governi hanno avanzato proposte e soprattutto promesse di riduzione degli sprechi, non e’ stato fatto nulla per risparmiare. E si tratta di mancati tagli e di mancati risparmi che alla fine della giostra gravano sulle tasche dei contribuenti onesti, dei cittadini e delle imprese che pagano le tasse, ai quali viene assicurato che la pressione fiscale verra’ abbattuta, ma non e’ vero”.