Considerando che per l’Italia la spesa per studente sostenuta dalle istituzioni pubbliche durante gli anni necessari a completare il ciclo dell’istruzione, a partire dalla scuola primaria fino alla laurea, e’ pari complessivamente a 108.000 euro (stima Ocse), il mancato ritorno dell’investimento realizzato dal nostro Paese, con riferimento ai 5.000 laureati meridionali che nel 2013 hanno lasciato l’Italia, e’ pari a 540 milioni di euro in un anno. Con riferimento ai 26.000 laureati meridionali che oggi vivono nel Centro-Nord, l’impatto economico puo’ essere valutato in poco piu’ di 2,8 miliardi di euro. In totale, si tratta di 3,3 miliardi di euro: si tratta secondo il Censis di “una riduzione di opportunita’ per quei territori che hanno contribuito a formare un capitale potenzialmente strategico per il futuro. E segnala l’urgenza di interventi che ristabiliscano le chance di competizione del sistema universitario meridionale e aumentino il grado di attrattivita’ degli atenei del Mezzogiorno”. “Ma il Sud – fa notare il Censis – non e’ un deserto e ha molti asset sui cui puntare per sottrarsi a un destino di inesorabile impoverimento. Per sfuggire a questa deriva occorre preservare la dimensione e il valore dei fattori di sviluppo, evitando dispersione e dissipazione. Il sistema dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca e’ imprescindibile se si persegue l’obiettivo di collocare un territorio sulla frontiera tecnologica e dell’innovazione”.
Nell’anno accademico 2014-2015 si sono spostati dal Mezzogiorno verso le regioni del Centro-Nord quasi 23.000 giovani universitari: considerando il valore medio delle tasse universitarie pagate dalle famiglie, l'”esodo” degli studenti del Mezzogiorno nell’ultimo anno ha prodotto una perdita di risorse per il sistema universitario meridionale pari a 122 milioni di euro. E’ quanto emerge da uno studio realizzato dal Censis per Confcooperative, presentato in occasione dell’assemblea nazionale della confederazione. Secondo la ricerca, le universita’ del Centro-Nord hanno beneficiato di un valore aggiuntivo, determinato dal pagamento delle tasse universitarie, pari a 248 milioni di euro, creando in questo modo una spesa aggiuntiva per le famiglie del Mezzogiorno pari a 126 milioni di euro, visto che le tasse universitarie negli atenei del Centro-Nord sono mediamente piu’ alte. La proiezione di questo trend a dieci anni porta un effetto di impoverimento delle universita’ meridionali che supera il miliardo di euro, un aumento della spesa per le tasse universitarie sostenute dalle famiglie pari a 1,2 miliardi e una disponibilita’ di risorse aggiuntive per le universita’ del Centro-Nord che raggiunge quasi 2,5 miliardi.