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“I partigiani Nisseni e Pompeo Colajanni”. Martedì un approfondimento al Ruggero Settimo

Redazione

“I partigiani Nisseni e Pompeo Colajanni”. Martedì un approfondimento al Ruggero Settimo

Dom, 01/05/2016 - 21:24

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imageCALTANISSETTA – Martedì 3 maggio alle ore 10:30 l’Aula Magna del Liceo Classico, Linguistico e Coreutico “R. Settimo” ospiterà un momento di approfondimento sul contributo dei Nisseni alla Liberazione. Aprirà i lavori la Dirigente Irene Cinzia Maria Collerone e prenderà la parola il prof. Antonio Vitellaro su “L’esperienza di Salvatore Giuiusa”, carabiniere di Mazzarino deportato a Dachau e autore di un diario che racconta di una terribile prigionia.
Seguirà un percorso didattico multimediale, a cura del dipartimento storico-sociale del Liceo Ruggero Settimo, per approfondire il tema “I partigiani Nisseni e Pompeo Colajanni”. All’interno della scuola, infatti, si sono formati ben cinque comandanti partigiani e il percorso ne racconterà le vicende, con particolari inediti e interessanti, anche attraverso letture di autori che ne hanno parlato (tra cui Vitaliano Brancati).
Saranno, infine, esplorate le pagine del diario di Leletta D’Isola (Il diario di Leletta. Lettera a Barbato e cronache partigiane dal 1943 al 1945, Franco Angeli Editore), racconto dei due anni (dal 1943 al 1945) in cui la famiglia aristocratica a cui la giovane apparteneva ospitò Pompeo Colajanni, detto Barbato, presso la villa detta Palâs presso Bagnolo Piemonte, dove si raccoglievano ebrei, perseguitati e partigiani. Leletta, dopo la guerra, continuerà a condividere con Colajanni l’amore per la libertà ma, seguendo la sua vocazione, diverrà terziaria francescana e morirà in odore di santità (è in corso la causa di beatificazione).
Attraverso documenti e narrazioni video si ripercorrerà, dunque, un’esperienza poco conosciuta ma coinvolgente, nella quale i nostri concittadini sono stati personaggi di primo piano, che sfaterà il pregiudizio che vede la nostra città soltanto come realtà sonnacchiosa ed inerte, dove non possono nascere sentimenti forti o volontà di mutare la storia. La Resistenza dei Nisseni vuole così essere, soprattutto per i giovani, un invito a conoscere per avere il desiderio di credere nella possibilità di cambiare le cose.

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