Caltanissetta: iniziativa del Rotary Club. Un gesto concreto per il diritto alla vita

imageCALTANISSETTA – (di Fiorella Falci) “La vita è un atto d’amore; non esiste una vita senza amore. Dobbiamo rinascere alla cultura della solidarietà e dell’amore senza chiuderci nel nostro guscio di individualismo”.
Così il Vescovo, Mons. Mario Russotto, nell’omelia della celebrazione che solennizzato l’inaugurazione della Culla per la Vita, nel cuore del centro storico di Caltanissetta: accanto a quel Santuario del Signore della Città in cui Padre Angelico Lipani, alla fine dell’800, aveva fondato la Congregazione delle Suore Francescane del Signore, proprio per assistere i bambini abbandonati, a cominciare dagli orfani delle stragi nelle miniere di zolfo.
Da oggi una culla supertecnologica è pronta ad accogliere i neonati che non vengono riconosciuti dai genitori, collocata all’interno del vano di una finestra, a circa un metro da terra, per consentire di adagiare il bambino agevolmente e rapidamente. Un sistema di sicurezza, di ossigenazione e igienizzazione rendono accogliente la sede di vetro e metallo, imbottita di tessuto ignifugo e atossico, in cui il neonato potrà essere adagiato, nel più completo anonimato, attivando con un apposito sistema interno l’intervento di soccorso del 118 dell’Ospedale e del 113 della Questura.
La telecamera di videosorveglianza potrà riprendere soltanto l’interno della culla per monitorare la presenza del neonato e assicurare all’esterno il più completo anonimato.
Contemporaneamente il Tribunale per i Minori potrà avviare le procedure per renderne possibile l’adozione.
La Culla per la Vita è un’iniziativa che si collega alla legge italiana per il “parto anonimo”, approvata nel 1997 e modificata nel 2000, che consente alla madre, anche quando partorisce in ospedale, di non riconoscere il proprio bambino, rendendolo quindi immediatamente adottabile, senza essere nominata né nell’atto ospedaliero di assistenza al parto né nell’atto di nascita del neonato, ma garantendogli tutte le cure mediche e l’assistenza.
I dati in proposito, a fronte di 550.000 bambini nati ogni anno in Italia, segnalano circa 400 abbandoni registrati in ospedale da parte delle madri, ma purtroppo le cifre che riguardano invece i neonati eliminati nei cassonetti o uccisi superano le 3.000 unità.
La mancanza di informazione, il pregiudizio, l’ignoranza, giocano quindi ancora un ruolo pesantemente negativo che uccide crudelmente migliaia di vite che possono essere salvate lasciando i neonati alle strutture di accoglienza e consentendo a tante coppie disponibili di adottarli.
L’iniziativa del Rotary nisseno, non a caso diretto in questo anno sociale dalla sensibilità femminile dell’avv. Marilia Turco (che ha contraddistinto il suo programma con una serie di iniziative rivolte alla solidarietà), va nella direzione di rendere concreto il diritto alla vita, anche in presenza di fragilità e disagi sociali tanto pesanti da spingere una madre al gesto drammatico e disperato di abbandonare il proprio bambino.
La Culla per la Vita offerta dal Rotary nisseno è la terza in Sicilia, dopo quelle di Palermo e di Catania, nella Regione in cui la condizione dell’infanzia segnala il vergognoso primato di un bambino su quattro che vive in povertà assoluta, al di sotto degli standard minimi di alimentazione e di abitazione, in cui soltanto il 6% dei bambini da 0 a 3 anni frequenta un asilo nido, il 92% delle classi di scuola elementare non offre il tempo pieno e il 79% dei bambini non ha mai partecipato ad attività ricreative, sportive o culturali.
Sulla pelle dei bambini la Sicilia sta distruggendo il proprio futuro, impoverendo le proprie risorse umane e le proprie energie creative senza riuscire a costruire, prima ancora che azioni di sviluppo economico, condizioni civili e umane di crescita per le giovani generazioni.
Ripartire dai bambini, e dai più poveri di loro, può significare anche una “conversione” dell’agenda politica, delle priorità dell’economia, degli investimenti, di una cultura solidale che impegni tutta la società civile ad “incarnare la circolarità dell’amore”, come ha sostenuto il Vescovo nella sua omelia: “Siamo chiamati tutti ad essere culla ospitale, casa accogliente, perché ne abbiamo responsabilità. E nessuno può dire come Caino “Sono forse io il custode di mio fratello?” E ancora: “Non possiamo essere felici da soli, se ci portiamo dentro queste ferite e queste lacerazioni, finchè i nostri fratelli stanno male. Attraverso la Culla per la Vita dobbiamo continuare ad esercitare la misericordia: deve rappresentare per noi una vocazione e una responsabilità a costruire insieme la civiltà dell’amore.”
Nessuno scontato riferimento alla “ruota” di medioevale memoria, simbolo dell’abbandono, di percorsi di esclusione che cominciavano con i cognomi che a quella ruota facevano riferimento spesso come un marchio di infamia. Rispetto a quell’abbandono, che sfregiava per sempre la vita di tanti bambini, oggi la prospettiva è capovolta: richiede da parte di tutta la società una cultura della condivisione, “Impegno e responsabilità – ha proseguito il Vescovo – condivisione e solidarietà, perché ogni vita per essere tale deve essere condivisa. E nessuno è proprietario della vita, siamo tutti affidatari. E la cultura della vita è un esercizio di affidamento; un continuo esercizio di amore.”
Significativamente, la Culla per la Vita è stata dedicata alla memoria di Aldo Naro, il giovane medico sancataldese barbaramente ucciso lo scorso anno in una discoteca di Palermo.
All’iniziativa rotariana, che ha costruito rapidamente una rete efficace di sinergie istituzionali tra Enti diversi (Azienda Sanitaria, Soprintendenza ai BB.CC., Questura, 118, Tribunale per i Minori), ha lavorato una commissione composta dall’avv. Marilia Turco Alletto Presidente del Club nisseno e ideatrice del progetto, da Padre Calogero Panepinto (assistente spirituale) e dai soci rotariani Antonio Gruttadauria, Claudia Alletto, Francesco Averna, Valerio Cimino, Michele Fine, Marcella Milia Cortese, Marcella Santino, nonchè dal Direttore Generale dell’Asp 2 Carmelo Iacono, da Anna Maria Ferrara Naro, dal dott. Paolo La Paglia e dall’arch. Fabio Cortese, che ha curato il progetto e la realizzazione della culla e degli impianti connessi, con una serie di interventi a titolo completamente gratuito.
Sarà fondamentale a questo punto l’informazione capillare sulla presenza della Culla per la Vita in città: attraverso i medici di base, unico contatto certo di ogni donna che si trovi ad aspettare un bambino, anche in ambienti sociali disagiati o con storie drammatiche alle spalle, i ginecologi, le farmacie, i Consultori Familiari dell’ASP, le Parrocchie, i supermercati, tutti i luoghi di socializzazione. Una campagna di comunicazione per rendere efficace la presenza di questo servizio.
Sperando sempre che non venga utilizzato mai.

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