Tre di loro, gli unici che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, sono ora chiamati di nuovo in giudizio. A cominciare dall’assistente di polizia penitenziaria Giuseppe Messina (difeso dall’avvocato Giuseppe Dacquì) accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e in primo grado assolto dal giudice «per non avere commesso il fatto», mentre l’accusa ne aveva chiesto la condanna a sei anni e mezzo; poi l’imprenditore del settore videogames Matteo Allegro (assistito dall’avvocato Dino Milazzo), ritenuto l’anima dell’inchiesta e che s’è già visto infliggere,in abbreviato, la pena a 12 anni, 2 mesi e 20 giorni per concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con violenza e minaccia aggravata dai metodi mafiosi e frode informatica; ultimo imputato è un dipendente di una sala giochi di contrada Babbaurra, Marco Michele Talluto (difeso dall’avvocato Danilo Tipo) riconosciuto responsabile di frode informatica con una pena a un anno e mezzo. (di Vincenzo Falci, fonte gds.it)
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