CALTANISSETTA – Fianco a fianco, alla sbarra, un assistente di polizia penitenziaria, un imprenditore del settore videogame ribattezzato dagli inquirenti «il re dell slot machine» e un suo impiegato. Tre fra i coinvolti nella mxi inchiesta su truffe alla Stato, «Les jeux sont faits», incentrata su truffe allo Stato con le slot. E che nella sua complessità ha interessato ben oltre una cinquantina d’imputati.
Tre di loro, gli unici che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, sono ora chiamati di nuovo in giudizio. A cominciare dall’assistente di polizia penitenziaria Giuseppe Messina (difeso dall’avvocato Giuseppe Dacquì) accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e in primo grado assolto dal giudice «per non avere commesso il fatto», mentre l’accusa ne aveva chiesto la condanna a sei anni e mezzo; poi l’imprenditore del settore videogames Matteo Allegro (assistito dall’avvocato Dino Milazzo), ritenuto l’anima dell’inchiesta e che s’è già visto infliggere,in abbreviato, la pena a 12 anni, 2 mesi e 20 giorni per concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con violenza e minaccia aggravata dai metodi mafiosi e frode informatica; ultimo imputato è un dipendente di una sala giochi di contrada Babbaurra, Marco Michele Talluto (difeso dall’avvocato Danilo Tipo) riconosciuto responsabile di frode informatica con una pena a un anno e mezzo. (di Vincenzo Falci, fonte gds.it)