Un testo più che mai attuale, perché parlando di Falcone e Borsellino si allarga la riflessione e si riapre prepotentemente il filone di inchiesta della trattativa tra Stato e mafia, che non sembra risparmiare neppure le più alte cariche dello Stato. Sullo sfondo, la nostra Italia che in vent’anni, a ben guardare, considerando proiezioni e strane simmetrie, sembra uguale ad allora.
Mercoledì 20 aprile alle ore 20.30 il Teatro Regina Margherita di Caltanissetta ospita la messa in scena firmata da Marcello Cotugno e che vede in scena Filippo Dini, Giovanni Moschella e Pierluigi Corallo, nel cartellone firmato da Moni Ovadia e organizzato dall’Amministrazione comunale grazie al supporto di Crodino.
Il racconto comincia in Sardegna, nell’estate 1985, all’Asinara, nel carcere di massima sicurezza dove Falcone (che qui ha il volto di Filippo Dini) e Borsellino (interpretato dall’attore messinese Giovanni Moschella) vennero spediti nottetempo per ordine del giudice Caponnetto, dopo l’omicidio del capo della squadra mobile di Palermo Ninni Cassarà, proprio per completare l’istruttoria del Maxi Processo. Una scrivania sulla scena nuda. Due uomini che lavorano, chini sui loro fogli. Scrivono con la fretta di chi sa che quella è la loro ultima notte prima di lasciare l’isola nella quale si sono ritirati a preparare l’atto d’accusa per il primo grande processo alla mafia.
In scena due amici che condividono lo stesso desiderio di vita e l’identico presagio di morte. Una notte in cui dirsi le cose a lungo taciute, confessarsi rabbie, allegrie, paure. Anche la paura di morire, perché no?, sapendo che fuori da quella prigione, da quell’isola, li aspetta una guerra che non hanno cercato ma che ormai li reclama. La scena si dilata, lo sguardo precipita verso altri tempi, incontra una ad una le cose che sono poi accadute.
Novantadue è una moderna tragedia classica. Suo malgrado. La modernità è nei fatti, nel titolo che scandisce la ridottissima distanza (solo temporale) dalla storia che mette in scena. La sua classicità è nella dimensione epica, consapevolmente eroica, dei suoi protagonisti. Novantadue non è un testo di denuncia, ma il sorprendentemente racconto di una doppia solitudine che si staglia sullo sfondo di una fase epocale della nostra storia repubblicana. E’ il racconto di due uomini abbandonati da quello stesso Stato che hanno giurato di servire.
In Novantadue Giovanni Falcone e Paolo Borsellino tornano persone, dopo essere stati trasformati in icone, e punta a una necessaria sensibilizzazione: troppo spesso, come già ricordava Borsellino, si crede che una mafia che non spara, è una mafia che non colpisce più.
NOVANTADUE
Falcone e Borsellino, 20 anni dopo
Di Claudio Fava Testo inedito- novità italiana
Con (in ordine di apparizione) Filippo Dini, Giovanni Moschella e Pierluigi Corallo
Allestimento e regia di Marcello Cotugno
Produzione BAM teatro in collaborazione con XXXVII Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano e Festival L’opera Galleggiante
INFORMAZIONI
Inizio spettacolo ore 20.30,
Ingresso: da 25 a 10 euro; Ridotto studenti fino a 20 anni: 8 euro (posti limitati)
Informazioni e biglietteria: tel. 0934 547034, 0934 507599, 340 9790959