Mussomeli, “personaggio” d’altri tempi “zi Viciu Paglia”

zi viciu PagliaMUSSOMELI – Sembra vederlo li, in uno degli ultimi banchi di una delle tante chiese di Mussomeli , in ginocchio, solo , a pregare o a sfogliare il suo vistoso breviario, con la testa chinata, immerso nella sua lettura. Si mostrava assorto nella contemplazione e la distrazione, sembra non essere per lui. Stiamo parlando di “zi Viciu Paglia”, come lo identificavano e chiamavano i ragazzi che talvolta si prendevano anche gioco di lui che all’anagrafe di Mussomeli era registrato Vincenzo Genuardi . Faceva il contadino e pare che possedesse tanti spezzoni di terra in diverse contrade del territorio di cui si prendeva cura per sbarcare il lunario. A quanto dicono in giro, pare che non avesse una famiglia e parenti prossimi; infatti viveva da solo. Lo si vedeva poco in giro perché conduceva la sua vita in campagna, curando la terra, le piante con particolare riguardo agli alberi da frutto, di cui era tanto geloso e, purtroppo, carente di espansività. Una persona semplice, un contadino che non aveva grilli per la testa, discretamente acculturato, però, a volte, scorbutico verso i ragazzi. Una persona di chiesa che lo si incontrava spesso nelle sagrestie dove si fermava a discutere coi preti, accettando, di buon grado, anche l’assaggio di caffè e qualche biscotto. In tanti lo ritenevano sagrista, ma lui respingeva categoricamente tale qualifica. Non si riteneva un bigotto, quanto piuttosto una persona che aveva le sue conoscenze nell’ambito ecclesiastico. Pare che la sua proprietà fosse stata donata ad un ordine religioso del Nord, Un personaggio d’altri tempi che, ancora oggi, nel mutato clima dei tempi, viene ricordato nella sua dimensione umana, come quando a chi incontrava per strada, rivolgeva il suo abituale e cristiano saluto di “Cristo Regni”. Ed esigeva, con aria di compiacimento, che si rispondesse semplicemente ”Sempre”. Per lui, tale gesto equivaleva ad una testimonianza di fede. A pensare che oggi, il tutto finisce, a stento, forse, con un tiepido “buon giorno” ed una distratta “buona sera”. (foto di Giovanni Mancuso)

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