“I risultati delle risposte complessive degli studenti – sottolinea Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre – da un lato offrono uno spaccato dell’evoluzione della loro percezione sulla negativita’ del fenomeno mafioso e del loro rifiuto di incontrarlo; dall’altro mostrano quanto sia cresciuta in questi giovani la consapevolezza che corruzione, mafia e politica sono strutturalmente sempre piu’ collegate, che una rivoluzione legalitaria e’ necessaria per lo sviluppo del paese. Tutto cio’ sembra un’invocazione di correzione rivolta alla classe dirigente del Paese. Pur in presenza di risultati apprezzabili sul piano della repressione, “i recenti fatti, da Mafia capitale allo scandalo della gestione dei beni confiscati, non aiutano a far crescere la fiducia”. L’indagine e’ stata condotta tra giovani studenti delle terze, quarte e quinte classi di alcuni istituti di scuole medie superiori distribuiti a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale. Sulla percezione del rapporto tra fenomeno mafioso e mondo della politica, gli intervistati hanno dichiarato per il 47,89% di ritenerlo molto forte, il 45,72% abbastanza forte. Un risultato che conferma la consapevolezza negli intervistati del rapporto stretto tra mafia e politica. Alla domanda se si ritiene che la presenza della mafia possa ostacolare nella costruzione del proprio futuro, la risposta e’ “si’, molto” per il 36,75%. Si puo’ cogliere un senso d’impotenza e rassegnazione che trova la massima espressione nella risposta alla domanda: “A tuo avviso, tra lo Stato e la mafia chi e’ piu’ forte?”, dove il 48,04% ha risposto la mafia, mentre sono ugualmente forti il 27,24% e solamente il 13,92% dichiara di mostrare maggior fiducia nello Stato. Ancora piu’ sconfortante e’ il quadro che emerge dalle risposte alla domanda: “Secondo te, il fenomeno mafioso potra’ essere definitivamente sconfitto?”, dove la risposta no prevale sul si’ anche quest’anno in maniera rilevante. In particolare: il 39,57% ha risposto no, il 31,50% si’, il 28,93% non so.
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Purtroppo la visione dei ragazzi non è perniente travisata, ci sono molti modi per ostacolare la criminalità organizzata, che nessuno dei nostri governi propone più da decenni, basta guardare il resto delle nazioni per rendersi conto dell'arretratezza del nostro paese. Un paese dove un consumatore di cannabis per una piantina rischia 6 anni di carcere, dove non si vuole fare nulla di concreto per il fenomeno della prostituzione, da come risultato le carceri riempite, e enormi sacrifici che, le forze dell'ordine prima e il sistema giudiziario dopo, devono farsi carico, lasciando il mercato alla mercè delle mafie alle quali non interessa se gli si arrestano le prostitute o gli sequestrano un carico di droga, perchè ne faranno arrivare per 10 volte, e spesso accusare chi gestisce il tutto diventa anche difficile.
Regolamentare questi campi significa togliere questi mercati alle mafie, svuotare le carceri e snellire il carico dello stato che potrà concentrarsi sui veri problemi del paese. Saluti