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Mussomeli, con l’eremo nel cuore…valigie in attesa del prossimo 30 giugno?

Carmelo Barba

Mussomeli, con l’eremo nel cuore…valigie in attesa del prossimo 30 giugno?

Mer, 06/04/2016 - 00:01

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Padre Antonio e Padre Luigi MUSSOMELI – Lentamente ed inesorabilmente prosegue il cammino verso quella data storica, riconducibile al fatidico 30  giugno che segnerebbe, per Mussomeli,  la fine di un’epoca, durante la quale, nessuno mai avrebbe  pensato, prima d’ora,  ad una chiusura di un convento, targato Frati Minori Conventuali, i cui francescani  si sono conquistati  fiducia, simpatia ed apprezzamenti di tanti  mussomelesi, e non solo, per avere testimoniato, questi ultimi, con il loro esserci, la  profonda stima che hanno nutrito e tuttora nutrono verso i fraticelli. Il  Convento–collegio di Mussomeli, con l’annessa chiesa di San Francesco, di cui è titolare la Provincia  dei Frati Minori Conventuali di Sicilia,  fu, un tempo, culla di vocazioni religiose. Infatti, della presenza dei Frati Conventuali a Mussomeli ci sono pagine  nella Storia dell’Ordine. come altrattento in quella locale e, certamente, in quella a cui  proprio Padre Luigi Sapia sta dedicando le sue certosine ricerche.  Diciamolo, pure, la causa principale della probabile chiusura del convento, come già riportato precedentemente dalla stampa, sarebbe da attribuirsi al perdurare della crisi vocazionale verso l’Ordine dei Frati Conventuali  e al conseguente  naturale ridimensionamento dei suoi frati,  che , appunto, da unPadre Luigi Sapia quinquennio, ha fatto accendere i riflettori proprio sul convento di Mussomeli, nonostante avesse tanti seguaci ed alcune realtà ecclesiali, annesse, appunto, alla chiesa “di li Patri francescani””. Infatti, la comunità francescana, sull’argomento, ha mugugnato e continua tuttora, nella consapevolezza, tuttavia,  della delicatezza della questione, che coinvolge un’intera comunità.  Un filo di speranza sembrerebbe, comunque, essere ancora in piedi, non essendosi ancora pronunciato il Definitorio  della Provincia di Sicilia dei Frati Minori Conventuali in merito all’erezione di un eremo a Mussomeli come richiesto, appunto, da P. Luigi Sapia. Qualche  diversa voce, invece,  circola in paese, da qualche settimana, sul possibile arrivo di Frati Brasiliani che subentrerebbero alla partenza dei frati conventuali. Va, comunque,  sottolineato che il concittadino Padre Luigi Sapia  che, per circa 50 anni, ha trascorso la sua vita religiosa nei diversi conventi di Sicilia, e che proprio nello scorso dicembre ha festeggiato il suo 50° di sacerdozio alla presenza del Vescovo Mons. Mario Russotto,  da qualche anno, è stato trasferito dal suo Ordine Religioso, nel paese natio, appunto a Mussomeli, forse, anche in considerazione della sua non più giovane età. Va anche detto che, da ragazzino, dopo un periodo di frequenza della chiesa di San Francesco, Padre Luigi, ascoltando il consiglio dell’allora anziano frate conventuale Padre Giovanni Nigrelli, anch’egli mussomelese, si decise a lasciare le mura della propria casa per dare ascolto alla sua vocazione religiosa che lo ha portato ad abbracciare la vita conventuale.  In sintesi, se resterà valida la decisione adottata nel 2015 dal Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, riguardante la chiusura del convento di Mussomeli, i due attuali ed  apprezzati fraticelli, il non più giovane  Padre Luigi Sapia ed il giovane Padre Antonio Caruso, comunque tutti e due giovani nello spirito, riprenderanno dai loro armadi, ancora una volta,  le loro valigie per raggiungere altre oasi francescane.  Intanto, per loro, oggi e fino al prossimo 30 giugno, saranno giorni da vivere nella Terra di Manfredi, fra la Via Palermo, la Piazza Umberto e  tra gli ambienti della quotidianità, mentre nella dimora conventuale, nel silenzio della propria vita contemplativa, forse rimarranno nell’ascolto del Cantico delle Creature del Serafico Padre San Francesco, quando nel suo ultimo capoverso si canta  “Laudate et benedicete mi’ Signore et rengratiate e serviteli  cum grande humilitate”. E’ pensabile, comunque, che per il mussomelese Padre Luigi Sapia, e per il gioioso  Padre Antonio Caruso “la speranza sarà l’ultima a morire”.