Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 187,2 miliardi di febbraio 2015 ai 196,1 miliardi di febbraio 2016 (+8,84%) in aumento di 8,8 miliardi; a gennaio scorso le sofferenze ammontavano a 202,05 miliardi. Nel dettaglio, la quota di crediti deteriorati che fa capo alle imprese e’ salita da 133,1 miliardi a 138,9 (+5,78%) in aumento di 5,7 miliardi. La fetta relativa alle famiglie e’ cresciuta da 34,9 miliardi a 37,2 miliardi (+6,67%) in salita di 2,3 miliardi. Per le imprese familiari c’e’ stato un aumento di 382 milioni da 15,3 miliardi a 15,6 miliardi (+2,50%). Le “altre” sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 3,8 a 4,2 miliardi (+8,79%) con 341 milioni in piu’. Le sofferenze nette sono passate da 79,3 miliardi di febbraio 2015 a 83,07 miliardi di febbraio 2016 in aumento di 3,7 miliardi (+4,75%).
A febbraio 2015 le sofferenze corrispondevano al 13,34% dei prestiti bancari (1.403,5 miliardi), percentuale salita al 13,91% a febbraio scorso, quando i finanziamenti degli istituti erano passati a 1.409,2 miliardi. Rispetto alla fine del 2010 le sofferenze sono piu’ che raddoppiate: in poco piu’ di cinque anni, da dicembre 2010 a febbraio 2016, sono salite da 77,8 miliardi a 196,1 miliardi in salita di quasi 120 miliardi. A fine 2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9 miliardi. Parallelamente c’e’ la difficile situazione del credito, i cui rubinetti faticano a riaprirsi del tutto anche se complessivamente lo stock dei finanziamenti al settore privato e’ tornato a crescere: da febbraio 2015 a febbraio 2016, il totale dei prestiti e’ salito di 5,7 miliardi di euro passando da 1.403,5 miliardi a 1.409,2 miliardi (+0,41%). Una crescita legata all’aumento delle erogazioni alle famiglie sostenuta da una dinamica in forte accelerazione del credito al consumo, comparto salito di 21,5 miliardi in un anno da 60,03 miliardi a 81,5 miliardi (+35,86%); lieve crescita anche per i mutui di 2,5 miliardi da 358,7 miliardi a 361,3 miliardi (+0,71%), mentre si registra un calo di 3,9 miliardi per i prestiti personali scesi da 178,8 miliardi a 174,9 miliardi (-2,20%). Complessivamente i finanziamenti alle famiglie sono saliti di 20,1 miliardi da 597,6 miliardi a 617,7 miliardi (+3,37%).
Resta in generale negativo il quadro per le imprese che hanno visto calare i finanziamenti di 14,3 miliardi da 805,8 miliardi a 791,5 miliardi (-1,78%). Le aziende nell’ultimo anno hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di quasi tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 17,6 miliardi (-6,04%) da 297,4 miliardi a 279,5 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) di 16,1 miliardi (-4,26%) da 378,2 miliardi a 362,1 miliardi, mentre quelli di medio periodo (fino a 5 anni), in controtendenza, sono cresciuti di 19,7 miliardi (+15,16%) da 130,1 miliardi a 149,8 miliardi.