Assise Caltanissetta, mafia: Borsellino quater, ammesse nuove testimonianze poliziotti

strage-via-damelioCALTANISSETTA – La Corte d’Assise di Caltanissetta, nell’ambito del quarto processo per la strage di via d’Amelio, ha ammesso, fra le nuove richieste probatorie avanzate al termine della fase dibattimentale, la testimonianza di due funzionari di polizia che in Liguria si occuparono della tutela del falso collaboratore di giustizia Vincenzo Scarantino, le cui dichiarazioni aprirono la fase del depistaggio. La Corte ha invece respinto la richiesta di un confronto fra l’allora dirigente della Squadra Mobile di Imperia, Salvatore Coltraro, e dei Pm Carmelo Petralia, Anna Maria Palma e Antonino di Matteo, che nel ’95 gestirono la collaborazione di Scarantino. La Corte ha anche respinto la richiesta di un faccia a faccia fra Coltraro e i funzionari di polizia Mario Bo e Vincenzo Ricciardi. Secondo quanto emerso oggi, il 27 luglio del ’95, Scarantino avrebbe aggredito Bo, che da Palermo si era recato a San Bartolomeo a Mare, in provincia di Imperia, dove il falso pentito era stato portato insieme alla moglie e ai figli durante il periodo in cui collaborava con la giustizia. Un’aggressione legata ad una scenata di gelosia da parte di Scarantino nei confronti di Bo. A riferirlo Coltraro. Era lui che all’epoca, avrebbe dovuto garantire la tutela di Scarantino e della sua famiglia. “Eravamo diretti alla Questura di Imperia – ha detto il teste – quando Scarantino, durante il tragitto chiese di tornare indietro perche’ a casa con sua moglie erano rimasti Bo e altri due agenti in borghese. Quando rientrammo a casa, Scarantino aggredi’ Bo, il quale per fermarlo ordino’ di ammanettarlo”. Proprio qualche giorno prima di quell’interrogatorio, il falso pentito aveva manifestato la volonta’ di ritrattare”. La prossima udienza e’ stata fissata per il 10 maggio, alle 10, al Palazzo di Giustizia di Caltanissetta.

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