Adesso l’agente penitenziario è stato sempre ritenuto colpevole di violenza sessuale, ma non più con l’aggravante dell’abuso d’ufficio. Mentre, di contro, è caduta l’imputazione di atti osceni in luogo pubblico. È stato l’avvocato Bellini, replicando al pg, a mettere in dubbio la credibilità della parte offesa «poiché il racconto è risultato denso di contraddizioni, smentite e non risulta riscontrato, e i dati processuali raccolti smentiscono molti dei passaggi fondamentali dell’accusa», è stato un passaggio dell’arringa. È alla scuola di formazione di San Pietro Clarenza che gli episodi si sarebbero consumati nell’arco di meno di un mese, prima con le allieve e poi con la cuoca. Quest’ultimo episodio è quello che la Corte adesso ha ritenuto non sussistenza così da fare cadere le accuse di atti osceni. (di Vincenzo Falci, fonte gds.it)