Salute

Mussomelese 102 anni ieri, a Milano, fra abbracci e omaggio floreale

Carmelo Barba

Mussomelese 102 anni ieri, a Milano, fra abbracci e omaggio floreale

Lun, 28/03/2016 - 12:43

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FOTO 3MUSSOMELI – Un compleanno festeggiato, a Milano, alla veneranda età di 102 anni presso l’istituto RSA BEZZI una moderna struttura per Anziani situata in centro di Milano dove, da circa due anni, viene accudita costantemente dal personale. E’ la nonnina mussomelese Giuseppa Genuardi, che da tanto tempo ha lasciato Mussomeli per cercare fortuna altrove ed in tante direzioni. E adesso  è ospite nella sopradetta struttura per Anziani, dove, proprio a 102 anni, poiché le sue condizioni fisiche lo consentono, partecipa a tutte le attività di intrattenimento fornite quotidianamente dai tanti volontari della struttura.  E’ stata festeggiata ed  omaggiata con una confezione floreale  dal  consigliere comunale mussomelese da tempo residente a Milano Franco Mancuso. Compleanno festeggiato con la nuora Piera e la pronipote Anna e con il resto della famiglia. La nonnina ha compiuto gli anni ieri, per essere nata il 27 marzo 2014. Una giovinezza vissuta facendo la spola tra Mussomeli e Polizzello,  avendo i genitori delle terre da coltivare. Si sposa giovane col mussomelese Vincenzo La Tona e dal loro matrimonio si forma la famiglia mettendo alla luce due figli Maria e Carlo. Le difficoltà economiche non mancano, in quanto il reddito non è sufficiente al sostentamento della famiglia. E FOTO 2proprio per questo il marito della nonnina sceglie la strada dell’emigrazione in Francia in cerca di fortuna.  Trova il lavoro e tira un respiro si sollievo, Sarà l’anno successivo a rassicurare la moglie  a raggiungerlo in Francia col figlio Carlo, mentre l’altra figlia Maria li aveva già preceduti. A sentire parlare il figlio Carlo , ricordando quei momenti di paura, tristezza e speranza, oggi prova compiacimento ed anche commozione, pensando che la mamma vive tuttora la sua quotidianità, dopo un secolo di alterne vicende della vita. Ecco cosa scrive il figlio Carlo nel suo diario familiare: Mamma Giuseppa “Parte una mattina con la corriera per andare a Palermo a prendere il treno che la porterà in Francia, una valigia in una mano un sacco di tela con dentro il necessario per il viaggio tenuto sulla spalla con l’altra mano e un  bambino piccolo ( suo figlio )  aggrappato alla sua gonna.  Paurosa è stata la traversata dello stretto di Messina, lei che non aveva mai preso una nave e mai  aveva visto così da vicino il mare, sola abbracciata stretta a suo figlio guardava a distanza nel buio della sera la schiuma nell’acqua provocata dal movimento del traghetto come un mostro ostile pronto ad inghiottirla. Altrettanta paura di perdersi ha avuto a Milano quando scendeva dal treno e doveva prendere quello per la Francia. La difficoltà maggiore è stata a Metz la stazione di destinazione dove a causa di un disguido non ha trovato suo marito ad attenderla, e lei stava li sperduta in un paese sconosciuto dalla lingua incomprensibile.   Per quasi sei anni tutto sembra procedere abbastanza bene, il marito lavora e anche la figlia aveva trovato lavoro, il figlio, il meglio integrato in Francia, frequentava la scuola e  lei faceva la casalinga. Nel 1962 comincia ad impensierirla la figlia Maria che nel frattempo si era fidanzata con Salvatore Mingoia che diverrà il suo futuro marito, anche lui di Mussomeli ed emigrato in Francia.  In quell’anno, Salvatore abbandonava la Francia e ritornava in Italia per stabilirsi a Milano dove aveva trovato lavoro. Giuseppa, pur essendosi integrata nella nazione che la ospita, capisce che la figlia vorrà seguire il fidanzato, quindi cedendo al richiamo della patria, convince il marito Vincenzo a tornare in Italia. Approda a Borgomanero un paese del Novarese dove vi si stabilisce per un paio di anni. Il marito Vincenzo trova lavoro come operaio in un azienda meccanica, la figlia va a lavorare in un fabbrica tessile, FOTO 1il figlio ricomincia da capo la scuola ( ha studiato solo in Francia ) e lei continua a fare la casalinga. Nel 1964 In seguito al matrimonio della figlia che si sposa con Salvatore, si trasferisce a Milano  e va ad abitare in un piccolo appartamento in zona Giambellino. Negli anni, cambia abitazione alcune volte,  e alla fine nel 1972 si stabilisce definitivamente alla Barona una zona a sud della città dove risiede attualmente. Nel 1976, quando tutto andava per il meglio, aveva comperato la casa dove abita, il figlio si era sposato con Piera una ragazza di Palermo conosciuta a Milano, nel frattempo era diventata nonna di quattro nipoti “Enza e Fulvio figli di Maria e Mariangela e Paola figlie di Carlo”, il marito si ammala ed in brevissimo tempo la lascia sola. Il dolore per la perdita del marito la porta ad uno totale isolamento. Di colpo, si è ritrovata sola e a nulla può la vicinanza dei figli e dei nipoti, non trova più la forza e il coraggio che aveva negli anni passati, crede di non aver più speranza e vive la sua vita senza interesse. Con molta difficoltà, ma con l’aiuto del tempo che le è stato sempre amico, lentamente, FOTO 4 si riprende dal lutto e comincia a frequentare i vari centri e associazioni che la città generosamente mette a disposizione delle persone sole e degli anziani.  A piccoli passi riesce a dare vita alla sua esistenza, cominciando a riappropriarsi del suo carattere coraggioso e determinato. Sono passati più di quarant’anni da quando è venuta ad abitare in questo quartiere, e tante cose sono cambiate, Ha visto andare via tante persone, amici e parenti o semplici conoscenti, altri sono arrivati come la nascita dei suoi pronipoti ” Mattia – Samuele – Anna – Pietro o l’ultima arrivata Emma”.  Lei una minuta donnina di poco più di 45 chili dal carattere forte ed esigente che vuole abitare sola, è sempre li uguale e incredula di aver raggiunto questo inaspettato traguardo 100 anni”. E’ inutile nasconderlo, trattasi un diario di famiglia scritto dal figlio Carlo che rileva minuziosamente sentimenti umani, quei sani sentimenti che hanno dato un senso alla vita di nonna Giuseppa  che con la sua famiglia, oggi, stanno sperimentando direttamente il valore della vita stessa, che merita di essere vissuta intensamente.