Si amplia il gap di genere: l’aumento dell’occupazione maschile (+139 mila, +1,1%), piu’ che doppio rispetto a quello delle donne (+47 mila, +0,5%), si riflette nella dinamica dei tassi di occupazione (+0,8 punti rispetto a +0,3 punti). Al maggiore calo del tasso di disoccupazione delle donne si associa l’aumento del tasso di inattivita’, diminuito invece per gli uomini. Si riducono i divari territoriali, con la crescita dell’occupazione piu’ accentuata nel Mezzogiorno (+94 mila, +1,6%) in confronto al Centro (+40 mila, +0,8%) e al Nord (+52 mila, +0,4%), a cui si accompagna il maggior aumento del tasso di occupazione e la diminuzione piu’ forte di quello di disoccupazione. A seguito della crescita negli ultimi due trimestri, si attenua il calo degli occupati con 15-34 anni (-27 mila, -0,5%), che porta a un lieve aumento del tasso di occupazione (+0,1 punti). Anche per i 35-49enni la riduzione del numero di occupati si accompagna all’aumento del tasso di occupazione (+0,3 punti). Prosegue la crescita degli occupati e del tasso per gli ultracinquantenni.
Gli stranieri segnalano una minore crescita del tasso di occupazione (+0,4 punti in confronto a +0,6 gli per italiani) e un calo piu’ lieve di quello di disoccupazione (-0,7 rispetto a -0,8 punti). Piu’ svantaggiate sono soprattutto le donne straniere: il tasso di occupazione scende (-0,4 punti a fronte di +0,4 le per italiane) e quello di inattivita’ aumenta di piu’ (+0,6 contro +0,3 punti). Gli andamenti migliori si registrano tra chi possiede un titolo di studio elevato, con un maggiore aumento del tasso di occupazione dei laureati che arriva al 76,5% (+0,7 punti contro +0,4 di quello dei diplomati e di chi ha conseguito al piu’ la licenza media), a cui si associa il calo del tasso di disoccupazione e del tasso di inattivita’, in lieve aumento invece per chi possiede fino alla licenza media.