CALTANISSETTA – La Pasqua “dietro le sbarre”, così come qualsiasi altra festa religiosa e non, assume per chi ha momentaneamente perso la libertà, un significato particolare. L’auspicio è che la riflessione, in particolar modo nei più giovani, sia foriera di pentimento, di “risurrezione” dai propri peccati, illuminati dalla certezza che per chi vuole e lotta, esiste sempre una seconda possibilità. La Pasqua all’Istituto Penale Minorile di Caltanissetta viene vissuta, arricchita, impreziosita da una serie di appuntamenti che accendono emozioni diverse, che aiutano questi giovani a cercare il significato di una vita, la loro, che nella prima parte è stata difficile, complicata, sbagliata.
Giovedì 24 marzo, per la Prima volta nella storia dell’IPM, dopo 30 anni, il cappellano padre Alessandro Giambra, nell’anno del giubileo della Misericordia ha voluto fortemente organizzare un momento di alta intensità emotiva lavando i piedi a tutti i detenuti presenti: 12 come gli apostoli. Alla manifestazione hanno partecipato: l’associazione Comunicazione e Cultura Paoline di Palermo e il gruppo di volontarie dell’associazione Teresiana di Palermo. La funzione religiosa si è svolta alla presenza del Procuratore della Repubblica per i Minorenni Laura Vaccaro, del suo Sostituto Stefano Strino, presente anche il Presidente del Tribunale per i Minorenni, Antonino Porracciolo ed altre autorità. Significativa è stata la presenza di diversi detenuti musulmani che con grande compostezza e partecipazione, hanno preso parte alla funzione facendosi lavare i piedi come gli altri detenuti cattolici presenti. Grande commozione tra i presenti quando uno dei giovani musulmani, mentre padre Alessandro chinato era intento a lavargli i piedi, lo ha stretto in un forte abbraccio carico di solidarietà e riconoscenza. La direttrice Maria Grazia Carneglia ha ribadito come si può raggiungere l’integrazione con l’esempio quotidiano attraverso momenti di condivisione che abbattono i pregiudizi. Impeccabile l’organizzazione curata dall’instancabile Enzo Indorato, coordinatore ufficio educatori, che insieme al comandante ispettore Sebastiano Spanò, hanno reso possibile la buona riuscita dell’attività. Venerdì 25 marzo si è svolta una Via Crucis all’interno dell’IPM, questo il messaggio iniziale di padre Alessandro rivolto ai ragazzi: “Tenendo fisso lo sguardo su Gesù ci recheremo spiritualmente nelle più sperdute e desolate periferie esistenziali dell’umanità, dove Cristo ancora soffre e dove è lasciato morire. Per vivere la nostra Via Crucis sulle orme di Gesù occorre il coraggio di scendere nelle zone più nascoste del nostro cuore, quelle ancora da evangelizzare”.
Di altrettanto valore, l’esperienza vissuta da uno dei detenuti che, grazie ad un permesso, mercoledì mattina ha potuto sfilare con la Real Maestranza. Il giovane, grato per l’opportunità, fiero per l’abito che indossava, consapevole del significato di un gesto che rappresenta una mano tesa verso chi ha commesso degli errori, ma può riprendere il suo percorso di vita, ha vissuto con profonda trepidazione una mattinata davvero unica che, poi, al suo ritorno all’IPM ha voluto condividere con tutti i compagni. Questo stretto rapporto con la Real Maestranza, sicuramente la parte più antica della Settimana Santa, autentico baluardo della tradizione nissena, è stato ulteriormente rafforzato dalla visita della Real Maestranza al carcere minorile. Una vera e propria processione, in versione ridotta, nel cortile della struttura di via Turati.
I ragazzi hanno davvero vissuto una Settimana intensa e si preparano alla domenica di Pasqua con fiducia: è tempo di risurrezione, è tempo di un nuovo inizio, è tempo di speranza.