Caltanissetta. Nigeriano non gradisce la cena e pesta a sangue la partner: arrestato

CALTANISSETTA – Calci e pugni alla convivente perché la cena da lei preparata non era di suo gusto. Paradossale i motivi dell’aggressione da parte di un nigeriano Ede Osagiede di 30 anni, arrestato dalla Polizia con l’accusa di lesioni personali gravi nei confronti della convivente. La donna, infatti, ha riportato ferite guaribili in 21 giorni dopo il brutale pestaggio.
E’ successo la notte scorsa quando alcuni passanti hanno fermato una Volante della Polizia che stava transitando in via XX Settembre, dopo aver sentito le urla di una donna che chiedeva aiuto da un appartamento di via Gioberti, nel rione Provvidenza. I poliziotti hanno così trovato per strada la ragazza sanguinante – ferita alla mano sinistra e al labbro superiore – che urlava inveendo contro un uomo affacciato al primo piano di uno stabile.
Sul posto sono stati chiamati anche i sanitari del 118 per soccorrere la donna, che era una ventenne di nazionalità nigeriana, con regolare permesso di soggiorno. Lei stessa, che convive da dicembre con l’aggressore, sotto choc, ha riferito ai poliziotti che era stata aggredita con violenza dal compagno perché non aveva gradito la qualità della cena che lei gli aveva preparato.
Osagiade, infatti, in preda ad uno scatto d’ira, l’aveva colpita con calci e pugni, scaraventandola su un mobile, provocandogli ferite, prima che la donna riuscisse a fuggire per strada per cercare aiuto. Ma una volta in strada, l’uomo si è affacciato dal balconcino lanciandole addosso una bottiglia in vetro, colpendola alla testa.
Gli agenti, durante il sopralluogo, hanno constatato la presenza di svariate chiazze di sangue e frammenti di vetro in strada e nel portone. Saliti nell’appartamento hanno accertato i chiari ed evidenti segni della furibonda colluttazione con mobili rotti e suppellettili sparse per tutta la casa. Ede Osagiade è stato quindi bloccato e portato in Questura senza opporre resistenza. Il giovane nigeriano alle spalle ha precedenti per lesioni personali, rapina e maltrattamento. Lui, su disposizione della Procura ha ottenuto gli arresti domiciliari. La donna ha provveduto a lasciare il domicilio: sarà ospite di connazionali.

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  • al di la della facile generalizzazione (non mancano certo esempi di nostri connazionali che fanno le stesse "rimostranze" alle proprie mogli o sfogano la propria gelosia fino alle estreme conseguenze verso compagne/fidanzate) la cosa assurda è che il reo è ai domiciliari (tra l'altro se volesse potrebbe uscire e completare il lavoro che ha lasciato in sospeso) mentre la vittima va fuori di casa.
    Mi sembra davvero di essere dentro una commedia pirandelliana

    • Andrea, al di là della mia generalizzazione dettata anche da una fortissima esasperazione e frustrazione che però per essere meglio spiegata e trattata merita molto tempo e spazio, sono d'accordo con te.
      Solo che non siamo dentro una commedia, ma siamo dentro il meraviglioso mondo del PD e della sinistra che non riescono a mandare in galera la gente che merita di starci a vita!

      • Marcello è inevitabile chiedersi se l'esasperzione e la frustrazione sarebbero stati tali se un atto del genere l'avesse concepito un nisseno ubriaco. Sono d'accordo con Andrea, è facile generalizzare e speculare quando il problema riguarda la violenza domestica purtroppo reale in molte culture (compresa la nostra). Poi si può discutere sul solito degrado sociale che l'ondata di migranti ha causato in città ma credo che in questo caso la cosa veramente scandalosa sia proprio la mancanza di più rigidità nei confronti di certi reati. Ma d'altronde che le pene siano più teoriche che reali è cosa nota a tutti. Paradossalmente in questo caso la legge (inesistente o quasi) è stata uguale per tutti.

        • Buongiorno, cerco di spiegarmi meglio sia con Alessio che con Flora! Il tema che emergeva con la mia generalizzazione era Un'altro e non era né di razza né di colore, me ne guarderei bene. Il tema era ed è quello appunto della severità della legge che in questo caso dovrebbe esserlo ancor di più e mi spiego meglio. Come mi piacerebbe leggere dell'arresto e della condanna al carcere per direttissima di un cittadino italiano , qualunque sia il colore della sua pelle e le sue origini, mi piacerebbe anche moltissimo, allo stesso modo, leggere dell'immediato rimpatrio , dopo qualche settimana di dura galera, del profugo che sino a quel momento aveva ricevuto amorevole ospitalità . Questo servirebbe anche come deterrente , cioè quando il profugo di ritorno in Nigeria incontrando suoi connazionali pronti a partire , potrebbe raccontare e raccomandare di non pensare di venire nel nostro paese a delinquere perché se scoperto in un paio di settimane tornerebbero da dove sono venuti e con poca speranza di potere rimettere piede sul nostro territorio e perché no su tutto il territorio europeo, in quanto segnalato, catalogato ed espulso!! Invece oggi succede che L' approdo italia è suggerito anche per la totale libertà ed impunità che garantiamo a italiani e stranieri!! Ecco ila frustrazione che era dentro la generalizzazione !

          • Buongiorno, in effetti la questione, vista da questa prospettiva, è assolutamente condivisibile così com'è comprensibile la frustrazione.

      • Infatti. Lasciando da parte il buonismo ( che serve solo a chi specula su questa gente o a chi non vuol vedere l'altro lato della medaglia ), non dobbiamo dimenticare che tale comportamento è REATO. Quindi, o nero, o nisseno, o cinese, se uno fa un reato del genere, PROCESSO PER DIRETTISSIMA E GALERA. PUNTO. E questa sarebbe vera giustizia e rispetto per leggi e persone.
        Se ci fosse un pò di severità, perchè mi sa che c'è troppo lassismo, vedi se non ci penserebbero 10 volte a fare cazzate !!

  • Ma fa parte della sua cultura picchiare la compagna se cucina male.......perché arrestarlo .....sono le sue tradizioni che vanno rispettate! Semmai paghiamo un corso di cucina alla compagna così la prossima volta.......

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