San Cataldo. Alla presenza del vescovo mons. Mario Russotto ha riaperto la Chiesa Madre.

12802984_558047461027152_4482609503583661107_nSAN CATALDO. Con una solenne Concelebrazione Eucaristica, sabato scorso, 27 febbraio, il Vescovo Mons. Mario Russotto ha riaperto la Chiesa Madre dopo i lavori di restauro iniziati il 1° ottobre 2015 e che hanno interessato la facciata del Duomo e l’impianto elettrico interno, resi necessari e urgenti per l’usura del tempo. Al tanto atteso appuntamento erano presenti tanti sancataldesi, le Autorità Civili e Militari e i gruppi ecclesiali. La celebrazione ha avuto inizio quando S.E. Mons. Mario Russotto, insieme all’Arciprete don Biagio Biancheri e a diversi sacerdoti originari di San Cataldo, hanno varcato il grande portone del Duomo. Nel suo saluto iniziale l’Arciprete ha salutato e ringraziato il Vescovo, il suo vicario generale, i sacerdoti, le Autorità Civili e Militari, i religiosi e le religiose, i gruppi ecclesiali, le ditte che hanno eseguito i lavori e tutti coloro che si sono adoperati e continuano a contribuire per la realizzazione del progetto di restauro e quanti numerosi hanno gremito la Chiesa Madre. Ha poi continuato il suo saluto dicendo che “la facciata restaurata della Chiesa Madre è un fatto vitale e non solo materiale che ci mette in relazione con Dio e in dialogo con il mondo. Salendo i gradini del sagrato e alzando gli occhi e il capo, lo sguardo abbraccia la vastità della facciata e sconfina nella vastità del cielo simbolo dell’eternità infinita di Dio”. Grande stupore nei presenti, quando durante il rito dell’aspersione nel ricordo del proprio Battesimo, si sono accese tutte le nuove luci del tempio illuminandolo a festa. Nella sua omelia invece, il Vescovo ha sottolineato come “l’opera di restauro della Chiesa Madre, non solo ha riportato la facciata ad una dimensione originaria, ma nello stesso tempo mette in evidenza tutta la bellezza del barocco straordinario”. Ha poi esordito dicendo che “la Chiesa Madre è la casa di tutti i sancataldesi, nella quale si ritrovano e si sentono rappresentati” e ha concluso dicendo: “oggi restituiamo all’amatissima Città di San Cataldo questa sua casa e questo monumento di bellezza architettonica in tutto il suo splendore e in tutta la sua bellezza, anche per quanto riguarda l’illuminazione esterna ed interna”.

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