E’ trascorso già il 10 febbraio, giornata nazionale per la solennità civile del “Giorno del Ricordo”. La ricorrenza è stata istituita dal Parlamento con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, in memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Per ravvivare e conservare la memoria di quei tragici eventi, dopo che per circa sessant’anni sono rimasti ignoti persino nei libri di storia, sono previste per legge iniziative per diffondere la conoscenza presso giovani delle scuole ed altresì favorita da parte di istituzioni ed enti la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti.
L’occupazione Iugoslava fu causa non solo del genocidio perpetrato nelle foibe ma anche della deportazione nei campi di concentramento di inermi popolazioni istriane, fiumane e dalmate.
Oltre 350.000 connazionali furono costretti ad abbandonare le loro case per fuggire dai massacri e dalle deportazioni, per mantenere la propria identità italiana.
Io, Anna Maria Bruno, figlia di Luigi Bruno, poliziotto nisseno martire delle foibe, esprimo la mia profonda delusione e il mio personale rammarico nel constatare che le istituzioni ed enti preposti all’adempimento della celebrazione di questo giorno, dopo appena un anno da quando, nel febbraio 2015 è stata titolata a mio padre una via della città, si siano dimenticate del “Giorno del Ricordo”.
Sarebbe opportuno che “Luigi Bruno martire delle Foibe”, venisse ricordato almeno una volta l’anno con un semplice gesto di dignitoso rispetto: “Una preghiera e un fiore di campo che non ha nessun costo”.
L’avere sentito ricordare la figura di mio padre e dei martiri delle foibe durante la celebrazione della messa nella Chiesa di S. Marco, mi ha commosso profondamente.
Inoltre mi corre l’obbligo di ringraziare per il loro interesse e la loro sensibilità le Dirigenti degli Istituti C.M.Carafa di Riesi, Manzoni Juvara, S. Mottura e Liceo Classico di Caltanissetta dalle quali sono stata invitata a portare agli studenti la mia testimonianza sull’immane tragedia. L’attenzione e la commozione suscitata nei giovani studenti mi ha ripagato di tanta dimenticanza.
Sento inoltre il dovere di ringraziare coloro che con un gesto di umana pietà hanno posto, nel “Giorno del Ricordo“ un mazzo di fiori in via Luigi Bruno. Il loro nobile gesto mi commuove e mi gratifica. Grazie!
Per quanto mi riguarda, non cesserò mai di faticare per la giustizia storica di quei tristissimi avvenimenti e da figlia, per far riemergere dal profondo di una foiba la figura di un uomo di cui sono fiera: mio padre, che con il suo esempio mi ha guidata nel mio cammino di donna, di moglie, di madre e di docente.
“Nessuna Foiba è più profonda dell’amore di una figlia”.
“Chi dimentica diventa complice con l’aguzzino e chi contribuisce all’oblio completa la sua opera” (Elie Wiesse).
Anna Maria Bruno Stella
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Cara Anna Maria,
"il tempo è galatuomo" e, come abbiamo visto anche sulla vicenda delle foibe titine, prima o poi fa emergere la verità e sbugiarda gli imbroglioni.
E la storia è "un piatto da gustare freddo" ... e anch'essa prima o poi fa giustizia.
Quei personaggi che, nonostante l'istituzione del "Giorno del ricordo", continuano a ... scordarselo, lo fanno perchè si vergognano di essere gli stessi che negli anni precedenti hanno fatto ogni sforzo perchè questi fatti disumani non si sapessero in giro e non hanno il coraggio di ammettere o di essere stati bugiardi, disonesti o ignoranti.
E sono gli stessi che invece hanno sempre commemorato la "Shoah", altro orribile e ingiustificabile crimine, in tal modo rendendosi ancor più miserabili, perchè così facendo hanno creduto di poter distinguere tra "morti buoni", quelli ebrei, e "morti cattivi", quelli italiani come tuo padre, che nessuna altra colpa avevano se non di essere italiani.
Ma vedrai che la storia, con l'aiuto di persone di buona volontà come te e tua madre, metterà pian piano ciascuno al suo posto, alla maniera dantesca: gli onesti con gli onesti, i truffatori coi truffatori, gli ignavi con gli ignavi.
Signora cara, la lettera è commuovente e scritta con il cuore e me lo lasci dire anche con la pancia, essere dimenticati credo sia doloroso tanto quanto non avere un luogo dove andare a piangere suo padre.
Abito nei pressi della via a suo padre intitolata, e ho notato che un gruppo di persone ha deposto dei fiori sotto il palo della via , complimenti a loro e al nobile gesto.
Assolutamente vergognoso che una città e le sue istituzioni dimentichino i propri figli martiri.
Cara signora in questi giorni ho sentito parlare storici più o meno blasonati è devo confessarle la profonda delusione nel constatare che ancora sull'argomento si spaccino false o mezze verità sull'accaduto. Si continua in maniera stupida e pretestuosa a negare che oltre agli iugoslavi a commettere tali efferati delitti furono gruppi partigiani cattocomunisti che combatterono giustamente il fascismo. È glielo dico da storico. Dopo momenti di sofferenza e soprusi posso anche perdonare chi in preda ad istinti bestiali ripago'(secondo loro) con la stessa moneta coloro che erano stati fascisti o persone che gli avevano procurato dolore e sofferenza, compresi perfetti innocenti . Ma ciò che è imperdonabile è che ancora a distanza di settant'anni degli pseudointellettuali e le istituzioni non riconoscano(nei dovuti modi ) e dichiarino pubblicamente quella che fu una dolorosa pagina della bestiale storia umana fornendo dati falsati più o meno volutamente . Suo padre non meritò ciò che gli fecero e lei non merita ciò che fanno oggi a lei... però sappia che c'è gente che sa la verità è non smetterà mai di divulgarla. Non smetta mai di lottare per la verità... buona vita!!!