Fiumefreddo cita due norme, un decreto legislativo del 2000 e una legge del 2004, per cui «la pendenza di una lite tributaria per cui sia attivo un procedimento davanti alla giurisdizione civile deve ritenersi causa di incompatibilità con la carica ricoperta e dunque determinare la decadenza dell’ufficio». In pratica, il motivo di incompatibilità non è il semplice debito con il fisco, ma l’avere intrapreso un contenzioso tributario. La ratio della legge è quella di evitare che gli eletti o i nominati entrino in conflitto d’interesse visto che, in caso di tasse comunali, sarebbero allo stesso tempo creditori e debitori.
Fiumefreddo dà trenta giorni di tempo agli amministratori per chiarire la loro posizione, ritirando eventualmente i ricorsi: trascorso questo periodo è prevista la segnalazione al Ministero degli interni e all’Assessorato regionale alle Autonomie Locali per l’avvio della decadenza. Inoltre un altro interrogativo sorge: la sua situazione era nota prima della nomina e si è scelto di non “tenerla nella debita considerazione” oppure al Comune di Caltanissetta neanche sapevano dell’esistenza della spinosa situazione, o ancor peggio non conoscevano la norma in questione?