Alle ore 12, nella chiesa parrocchiale dei Santi Lorenzo e Mamiliano, la stessa dove trovarono rifugio molti naufraghi, è stata celebrata una messa officiata dal vescovo, padre Giovanni Roncari. A seguire, alle 12.50, a Punta Gabbianara, è stata effetuata la posa di una corona di fiori in memoria delle vittime. La sera, alle 21.30, si è svolta una processione, con fiaccole, che dalla chiesa di Giglio Porto ha raggiunto il molo rosso dove alle 21h45’7”, ora esatta dell’impatto della nave sugli scogli, è risuonato il suono delle campane che, con la cosiddetta ‘tufata’ delle sirene delle imbarcazioni, accompagnerà una silenziosa preghiera per le vittime e la benedizione della lapide in loro memoria. Tutto questo nel porto dove per lunghi anni è rimasto il relitto impietoso della nave.
E dove, sott’acqua, si smantellano le ultime strutture utilizzate per rimuoverlo. Tuttavia, fa un appello Ortelli, “proprio dopo aver salvato l’ambiente isolano, adesso però bisogna salvare le persone del Giglio. Non ci lasciate soli. Siamo usciti dal periodo dell’emergenza della Concordia con un sacco di problemi. Il Governo ci aveva detto che ci avrebbe aiutato. Noi stiamo ancora aspettando”. Sul tavolo ci sono numerosi progetti, in vari ambiti, che il Giglio aveva trattato a suo tempo sia con lo Stato, sia con la Regione Toscana, su scuola, turismo, sanità, infrastrutture, porto. Intanto Francesco Schettino, che negli ultimi tempi è stato impegnato a realizzare e a promuovere il libro in cui ricostruisce la vicenda dal suo punto di vista, aspetta con i suoi difensori la notifica della data della prima udienza davanti alla corte d’appello di Firenze. Un processo che parte dalla pesante condanna in primo grado per omicidio colposo, lesioni colpose, naufragio, abbandono della nave. E che l’ex comandante cercherà di ribaltare. (Fonte ansa.it)