Torino, giovane di Gela vive un “sogno sportivo bianconero”: Morata prima gli firma la maglia e poi la… pizza

TORINO – “Io, razionalmente, non so perché qualcosa accade. Ma sono del parere che nulla succeda per caso”, scrive su Facebook Gianmarco Fraglica, siciliano di Gela. Lui, che nella giornata di mercoledì ha realizzato un sogno, dopo aver visto la sua Juventus trionfare contro l’Inter, nella semifinale di andata della Coppa Italia. Probabilmente al termine della partita non poteva nemmeno immaginare il seguito. A cena proprio con il suo idolo, Alvaro Morata, incontrato per caso al ristorante. “Ero così emozionato che le parole non mi uscivano dalla bocca. Mi trovavo lì, seduto al suo fianco e non me ne rendevo conto”. Un qualcosa di impensabile per un ragazzo arrivato a Torino dalla Sicilia qualche mese fa per studiare giurisprudenza e pazzo di Juventus fin dall’infanzia. Ieri sera, dopo aver visto Alvaro esultare due volte e tornare al gol dopo quasi quattro mesi di astinenza, Gianmarco, 20 anni, è andato a cena a prima di tornare a casa dallo Stadium. Sapeva che il locale scelto è spesso frequentato da giocatori della Juve, ma mai avrebbe pensato di trovare proprio lo spagnolo. Poi, il trambusto e gli occhi incuriositi dei clienti. Al ristorante fa il suo ingresso proprio Alvaro Morata, assieme a cinque amici. Gianmarco ha addosso la casacca con il numero nove dello spagnolo, ma l’imbarazzo lo gela. A tal punto da non fargli nemmeno chiedere l’autografo.
A CENA CON IL SUO IDOLO — Ma è lo stesso Alvaro che, visto il ragazzo seduto da solo a tavola, si avvicina: “Hai già ordinato? La cena te la offro io”, gli dice lo spagnolo. A Gianmarco si illuminano gli occhi, ma il meglio deve ancora arrivare. Dopo una foto insieme, Morata decide di invitarlo a sedersi con lui e i suoi amici. Il ragazzo si accomoda, e non crede a ciò che gli sta succedendo, a tal punto che non riesce a spiccicare una parola dall’emozione. Poi prende coraggio e chiede al suo “mito” di autografargli la maglietta.
“CHIAMA QUANDO VUOI” — Ma il giocatore in uno slancio di generosità gliene regala un’altra, prima di presentarlo agli amici e fargli passare due ore insieme, a chiacchierare del più e del meno come nella più classica serata tra amici e congedandolo con l’affermazione: “Chiamami quando vuoi, se hai bisogno”. Un piccolo gesto che riconcilia con il calcio. Alvaro in campo è tornato e fuori regala emozioni ai suoi tifosi. Quelli che poi sono il cuore pulsante del pallone, nella sua forma più pura. Chiedere a Gianmarco, per credere. (Fonte gazzetta.it)
Chiudiamo riproponendo il post che il giovane siciliano ha scritto sul suo profilo facebook: ” Io, razionalmente, non so perché qualcosa accade, ma sono del parere che nulla succede per caso. Quello che sto per narrarvi, amici, ha del surreale, qualcosa che ricorderò tutti i giorni della mia vita, che ancora a pensarci mi viene la pelle d’oca e non riesco a realizzare.  Ieri, dopo la partita vinta 3-0, recandomi verso casa felice e soddisfatto per il risultato e per i goal del mio idolo Morata, pensai che fosse meglio mangiare qualcosa, allora con la maglia dello stesso autore della doppietta (che metto per ogni partita) mi recai al solito pub. Fin qui tutto normale. 

Mi siedo, ordino, e poi tutto ad un tratto vedo scompiglio tra i camerieri, chiedo il perché di tale stupore e mi rispondono dicendomi “sta per arrivare Morata”. Potete intuire la mia felicità, potevo finalmente farmi una foto con lui… Entra, soddisfatto e fiero per la doppietta, saluta tutti e poi si avvicina in modo davvero rassicurante verso me chiedendo il mio nome, gli rispondo e mi chiede se avessi già ordinato, gli dico di sì e rivolgendosi al titolare dice “oggi a Gianmarco offro io”, il mio stupore in quel momento era tale che non avevo fatto caso che nel frattempo aveva mandato un suo amico a prendere una maglia della Juve nuova di zecca. Prese un pennarello e in perfetto spagnolo scrisse “al mio amico Gianmarco con tanto affetto. Alvaro Morata” lì per me già un sogno si avverava, le braccia mi tremavano e pensavo stessi sognando.
Nel frattempo la mia pizza era arrivata e Alvaro con i suoi amici si era seduto in un tavolo più in la. Ad un certo punto sento chiamare il mio nome, era Morata, mi chiedeva se volessi sedermi a mangiare con loro, io stavo quasi per svenire e con la voce rotta dall’emozione accettai. Cominciarono a farmi sentire come uno di loro, mi chiesero di parlare della mia vita, delle mie origini, di cosa studiassi, se andassi spesso allo stadio… Dopo varie foto e diverse chiacchierate Alvaro mi diede il suo telefono e mi chiese, come fossi un suo amico, di scrivere il mio numero di cellulare, totalmente incredulo, mi disse che qualsiasi cosa avessi avuto bisogno di chiamarlo, mi avrebbe aiutato. Così mi fece lo squillo e da quel preciso momento nella mia rubrica c’era il numero di Alvaro Morata…… La serata passò tra risate, foto e tentativi invani da parte di Alvaro di insegnarmi qualche cosa in spagnolo, ma ero troppo emozionato per apprendere. A fine serata, dopo un’ora tutti insieme, mi paga la cena, e abbracciandomi mi dice: “mi ha fatto davvero piacere conoscerti Gianmarco, spero di sentirti presto, sei un grande” li un brivido freddo mi attraversò la schiena e andò dritto al cuore.
Non so cosa abbia fatto per meritarmi tutto ciò, o se è soltanto un bellissimo scherzo del destino. Ma fatto sta che un giorno ai miei figli potrò dire, orgoglioso e fiero, che una sera a Torino ho cenato con Alvaro morata, invitato da lui e con la sua maglia addosso. (tutto condito da quello strepitoso 3-0). 
Grazie Alvaro, mi hai fatto davvero felice”.

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  • Che bello!!! E' questo (o meglio la speranza che questo accada realmente) che strega i bambini, li invoglia ad inziare a giocare a calcio, li tiene incollati alla tv gioiendo (o intristendosi) per il risultato della propria squadra o per un'azione del proprio idolo.
    Bravo Morata!
    Non dico che tutti i top player ora debbano iniziare a pagare la cena ai propri fans ma se scendessero di qualche gradino rispetto al proprio piedistallo scoprirebbero la vera essenza dello sport: la gioia!

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