CALTANISSETTA – Una strada piena di colori, luci, fili invisibili e a volte lacci emostatici spezzati dalle scelte di vita che portano a frangenti di speranze oggi trasformate in traguardi. Novità, intensità, adrenalina ed in mezzo c’è una storia quella di Manuela Paruzzo in arte Miele, una ragazza di 26 anni con un sogno diventato realtà: quello di fare la cantante. Lei che da piccola sognava di vivere di musica e che oggi ha la consapevolezza di calpestare quel palco che ha scritto la storia della musica italiana: l’Ariston. Sarà proprio “Mentre ti parlo” il brano con cui la cantante nissena si esibirà il prossimo febbraio, lo stesso presentato al programma televisivo condotto da Carlo Conti “Area San Remo” che gli ha permesso di essere tra gli 8 partecipanti della sezione giovani.
“Un’emozione inaspettata – racconta Miele – non riuscivo ad immaginare che potesse capitare proprio a me, nel momento in cui stavo per coronare il mio sogno ho preferito pensare che fosse tutto finito piuttosto che cominciare a realizzare di aver passato la selezione. Tantissima adrenalina ma anche tantissima stanchezza perché è stata tanta l’attesa prima di conoscere il verdetto”.
Sul palco dell’Ariston Manuela canta una canzone che parla d’amore, ma non di quella travolgente passione che toglie la fame, la sete e il respiro ma di quell’affetto eterno che lega un genitore al proprio figlio. L’amore di Manuela è un filo di lana rosso che avvolge il suo corpo e i suoi vestiti neri mentre tra le pareti bianche di una calda stanza sta scrivendo il testo della canzone che sta cantando; immagini queste che scorrono nel video clip della canzone “Mentre ti parlo” realizzato dai registi nisseni Andrea Marchese e Alessio Abate; il filo rosso altro non è che il legame tra un genitore e un figlio, lo stesso a cui Miele vuole liberarsi per andare alla ricerca di nuove cose anche rischiando di farsi male.
“Un figlio è sempre abituato all’idea di ricevere da un padre o una madre un amore incondizionato ed esclusivo però nello stesso tempo ha, almeno per quanto riguarda la mia esperienza – chiarisce Manuela – voglia di emancipazione, di libertà assoluta, di camminare con le proprie gambe, cadere e sbucciarsi le ginocchia e di sentirsi dire “te lo avevo detto””. Legami che si intrecciano non soltanto tra i versi di una canzone ma anche in quel nome d’arte che oltre a simboleggiare dolcezza e colore racchiude ancora un’altra intesa.
“Il mio nome d’arte – racconta Miele – nasce dall’unione dei nomi dei miei genitori: Michele e Michela, una decisione venuta quasi per istinto. Noi figli siamo il risultato delle scelte delle azioni dei nostri genitori ma al tempo stesso siamo esseri differenti dai nostri genitori o impariamo dai loro errori o cerchiamo di trovare un nostro percorso e quindi pur non essendo lo stesso nome di quello dei miei genitori è qualcosa che li lega a loro”. Ricordi d’infanzia e legami che si allentano senza rompersi mai diventano note, musica e parole per Manuela, lei che suona per ore al pianoforte, che smette di farlo componendo e intonando canzoni, senza necessariamente trovare un ordine ben preciso sul “quando” e sul “come” fare e scrivere di musica, suona e canta perché il filo conduttore che unisce queste tre azioni sono soltanto le sue emozioni.
“Sogno di vivere di musica – afferma Manuela accennando un sorriso, con gli occhi che brillano dall’emozione di un colore che ricorda quello del miele – amo suonare per il piccolo pubblico, creare una sintonia con loro, perché credo che il traguardo definitivo per un cantante non siano soltanto i riflettori, la televisione ma l’esperienza più piacevole è quella di passare interminabili ore seduti difronte ad un pianoforte senza aver paura di sbagliare, osare e poi sperimentare con la scrittura creativa”.
Tra note, musica e canzoni Miele, crea nuove armonie senza però lasciare indietro quelle che hanno scandito gli anni più belli della sua infanzia: Lucio Dalla e le canzoni di quelle musicassette che suonavano nell’autoradio a fare da colonna sonora a quegli interminabili viaggi in macchina con mamma e papà, in gita per le spiagge del palermitano e del messinese. “Trovo che Lucio Dalla abbia sia una voce che una penna meravigliosa, le sue canzoni sono quelle che anch’io vorrei cantare, che vorrei tanto fare diventare un po’ mie”, aggiunge Miele.
Un ricordo indelebile, fisso nella mente e nel cuore di Manuela a cui se ne accompagna un altro, quello degli immensi campi di grano delle campagne sicule che la cantante nissena osservava prima di lasciare la sua Sicilia per volare a Milano, all’accademia di musica che attualmente frequenta.
“I colori della terra accompagnano i miei viaggi di andata e ritorno, fin da bambina – spiega la cantante nissena – con mio fratello Mario amavamo immergerci nella natura osservare l’orizzonte ed in quell’orizzonte si percepiva tutto ciò che di bello la natura possa regalarti, il campo di grano, poi, era il nostro tappeto dove stendendoci sognavamo l’estate con i suoi colori, con i suoi tramonti”.
Luci ed emozioni che ritornano nella mente di Miele mentre contempla ancora un altro paesaggio quello che si vede affacciandosi da quella terrazza che circonda il simulacro del Redentore. “Alle spalle del monumento si vede la mia città, con le sue contraddizioni con la sua bellezza spesso fin troppo dimenticata da chi decide di partire credendo che una città diversa da quella in cui si è nati possa regalarti la tanto attesa felicità” afferma Manuela che ha sempre visto Caltanissetta come un punto di partenza e forse un giorno anche di ritorno.
Ed è proprio dalla città dello zolfo e delle miniere che, infatti, è cominciato tutto quando appena sedicenne Miele realizza che è di musica e canzoni che vuole vivere, sprofondando le sue dita tra i tasti di un pianoforte sussurrando frasi e note poi diventate canzoni.
Oggi Manuela ha raggiunto un traguardo con un brano che ha segnato il suo punto di partenza; “Mentre ti parlo è una delle mie prime canzoni che ho scritto perchè spinta dal desiderio di raccontare un amore esclusivo” spiega Miele che fra qualche mese canterà sul palco dell’Ariston, una meta raggiunta dopo un lungo cammino fatto di autentiche emozioni che oggi rivive nei suoi occhi che vede riflessi allo specchio in quello stesso che forse per troppe volte e per troppo tempo ha rivelato i suoi “sogni modesti” finalmente diventati traguardi ma mai arrivi, forse ritorni.
Fabiola Palmigiano