Al via il processo, che si aprirà lunedì prossimo al Palazzo di Giustizia di Caltanissetta, per i 23 lavaggisti di Caltanissetta, San Cataldo e Riesi coinvolti nell’indagine “Acque Pulite” della Procura di Caltanissetta. Il sostituto procuratore Luigi Leghissa ha chiesto l’avvio di un dibattimento per i titolari degli autolavaggi ritenuti non a norma con la legge ambientale e ai quali lo scorso anno è stata imposta la chiusura attraverso un provvedimento di sequestro.
Qualcuno successivamente è ritornato a lavorare dopo aver messo in regola gli impianti in linea con la normativa ambientale. Il processo sarà presieduto dal giudice monocratico Antonella Leone. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Ernesto Brivido, Giuseppe Panepinto, Dino Milazzo, Giovanna Floridia, Angelo Tornabene, Maria Teresa Consaga, Alessio Lococo, Daniele Osnato, Giuseppe Dacquì, Filippina Bellomo, Gaetano Catalano, Davide Schillaci, Giovanni Pace, Walter Tesauro, Nuccio Sollami, Vincenzo Greco, Fabio Giorgio.
L’indagine condotta dal Nucleo Ambientale e Sanità della Procura nissena è scattata nel giugno del 2014, dopo il rilevamento di valori altamente inquinanti e tracce di metalli pesanti nelle acque dei torrenti del capoluogo attenzionati per altri motivi dagli inquirenti. Così s’è cercato di scoprire l’origine di questo inquinamento. Secondo gli accertamenti, la maggior parte degli autolavaggi sequestrati non era in possesso delle autorizzazioni per lo scarico dei reflui industriali, come emerse dalle perquisizioni e dal sequestro di atti presso l’ufficio tecnico dei tre Comuni interessati, alla Provincia e negli archivi di Caltaqua. Mentre altri lavaggisti – durante le operazioni di pulizia delle auto dei clienti – avrebbero scaricato nel sistema fognario acque sporche contenenti agenti chimici inquinanti come i tensioattivi, superando così i limiti previsti dalle tabelle del decreto ministeriale 152 sulla depurazione. Nel frattempo alcuni titolari degli impianti si sono messi in regola, ottenendo il dissequestro degli autolavaggi dopo mesi di chiusura e inattività.