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Family Day, in piazza per dire ‘no’ alle unioni civili

Redazione

Family Day, in piazza per dire ‘no’ alle unioni civili

Sab, 30/01/2016 - 19:23

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ROMA – No alle unioni civili, senza se e senza ma. è un messaggio forte ma chiarissimo quello arrivato dalla folla riunita al Circo Massimo per il Family day, promosso dal ‘Comitato difendiamo i nostri figli’. Centinaia di migliaia di persone – sicuramente meno dei due milioni rivendicati dagli organizzatori, ma comunque tante – che non a caso hanno riservato gli applausi più convinti, praticamente un’ovazione, al loro leader, Massimo Gandolfini, quando – tra una citazione del Papa e un appello ai parlamentari e alla loro libertà di coscienza – ha detto, o meglio gridato, che “non si tratta di fare qualche modifica o interventi di maquillage”, la nuova legge “va respinta totalmente”, di fatto riscritta dalla prima all’ultima parola. Del resto, “no Cirinnà” è stato lo slogan più gettonato della manifestazione, ed il nome della relatrice del provvedimento il più presente sugli striscioni esibiti dai manifestanti, una galassia di gruppi e associazioni (da Alleanza cattolica al Cammino neocatecumenale, dal Movimento per la vita ai Diritti per la vita e tanti altri ancora) , ma soprattutto da un numero impressionante di nuclei familiari, molti dei quali con bambini al seguito.

Osservatore, “partecipazione ampia e trasversale al Family Day”

“La vita non si compra”, “Sono per un amore libero e non libertino” “Famiglia sogno di Dio, Cirinnà incubo di tutti”, “Ci piace la diversità, vogliamo una mamma e un papà”, “La natura non si cambia, la vita non si compra”, c’era scritto su decine e decine di cartelli e manifesti; e non mancava nemmeno un “#Renzi ci ricorderemo”, allusione esplicita ad un eventuale resa dei conti elettorale. Alla fine, tra i più applauditi – nella lunga serie di interventi dal palco – c’è stata Jennifer Lahl, responsabile del Centro di bioetica e cultura della California, pasionaria Usa della lotta alla maternità surrogata: “Vengono negli Usa a comprare bimbi che non conosceranno mai le loro madri e non saranno mai amati dalle loro madri. Ma la maternità surrogata sfrutta le donne, le rende schiave in nome del profitto e vola i diritti umani fondamentali”.

Anonymous attacca sito “rispetto per tutte le famiglie” 

Tra i manifestanti quelli disposti a conversare con i cronisti spiegano volentieri e chiaramente i motivi della loro presenza. è il caso, per esempio, di Elisabetta, 50enne arrivata da Latina con sua sorella e suo fratello, “per difendere – come dice lei stessa – i valori delle famiglia tradizionale, composta da un uomo e da una donna”. Alla domanda se sia quindi contraria alla possibilità per una coppia dello stesso sesso di adottare un bambino risponde sicura: “assolutamente si”. Lo stesso vale per Roberto, arrivato da Matera in pullman con suo figlio di 8 anni: “Mia moglie non è potuta venire perchè lavora, ma io sì e l’ho fatto per dire che la famiglia, composta da un uomo e da una donna, è una patrimonio da difendere. Sono un neocatecumenale e quindi per me la legge di Dio è che siamo stati creati maschio e femmina e solo un uomo e una donna possono procreare. Ritengo quindi sbagliata la decisione di permettere a una coppia omosessuale di adottare un bambino perchè diventerebbe solo l’oggetto di un capriccio”.

Meloni al Family day “aspetto un bambino”

“Sono qui – afferma Andrea, 32 anni, proveniente dalla provincia di Modena – perchè ritengo che la difesa delle famiglia secondo certi principi non sia soltanto un gesto a vantaggio o svantaggio di qualcuno ma per il bene di tutta la società. è giusto che lo Stato difenda tutti e sia sensibile nei confronti di tutti ma non è concedendo tutto a tutti che si fa il bene della società. La mia idea è quindi che la famiglia sia un valore da preservare”. La pensa allo stesso modo anche un gruppo di sedicenni della parrocchia romana di Santa Francesca Cabrini: “siamo qui per dire che la famiglia è composta da una mamma e da un papà”, spiega con sicurezza un simpatico ragazzo, molto a suo agio rispondendo a una domanda. I suoi amici, un pò divertiti, ribadiscono poi gli stessi concetti. Alla manifestazione hanno partecipato anche numerosi politici di centrodestra (Maroni, Brunetta, Meloni – che annuncia di essere incinta – Santanchè, Toti, Giovanardi), mentre il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, affida a Twitter la sua patecipazione ideale al Family day, dove aveva detto nei giorni scorsi che sarebbe stato presente “con la mente e con il cuore” pur se non fisicamente dato il suo ruolo di capo del Viminale. “Adesione piena a obiettivi manifestazione”, scrive Alfano sul social network, nel tweet in cui dà notizia del suo incontro con il portavoce del Family day, Gandolfini.

Cardinale Scola: chi governa deve tener conto dell’orientamento prevalente

“In una società plurale e conflittuale è un dovere proporre la propria visione delle cose su questioni tanto delicate che possono comportare conseguenze antropologiche e sociali molto gravi. La nostra democrazia ha gli strumenti per verificare quale sia l’orientamento prevalente nella società civile, di cui chi governa deve tenere conto”. Lo afferma il cardinale Angelo Scola, in risposta ad una domanda sul Family day, nel corso dell’incontro organizzato dall’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi per la festività di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “Scandalizzarsi perchè dei cittadini manifestano è profondamente sbagliato”, sottolinea inoltre l’arcivescovo di Milano, per il quale ci troviamo a vivere in una società pluralista in cui a volte i punti di vista sono in contrasto. “Sono certo – assicura il porporato – che dal raduno del Circo Massimo usciranno ragioni adeguate e l’apertura al confronto”. Secondo l’arcivescovo di Milano, “la famiglia è il rapporto stabile e aperto alla vita tra l’uomo e la donna che si fa carico dell’educazione dei figli, genera vita e si prende cura di due differenze fondamentali: la differenza sessuale e la differenza tra le generazioni”. Secondo Radio Vaticana, il porporato fa sue le parole pronunciate dal cardinale Angelo Bagnasco in sede di Consiglio permanente Cei, per rispondere a quanti gli chiedono un parere sul disegno di legge in materia di unioni civili che presto sarà all’esame del parlamento italiano. “Bisogna evitare che l’istituto familiare venga non solo sminuito, ma anche offuscato da nuove leggi”, puntualizza l’arcivescovo di Milano, specificando che alle persone omosessuali i diritti vanno oggettivamente dati, ma devono andare a garantire la persona stessa. Due i punti che secondo il porporato vanno evitati: “Costruire un impianto di leggi che ricalchi l’istituto familiare e ammettere la ‘stepchild adoption’, via per giungere massicciamente all’adozione, attraverso la pratica dell’utero in affitto, dei figli di coppie omosessuali”. In questo modo, secondo il cardinale, si corre il rischio del dissolvimento della società, ma anche di mettere al mondo figli orfani di genitori viventi.A quanti, criticando la posizione cattolica, oppongono l’argomentazione “basta che ci sia l’amore”, il cardinale Scola risponde così: “Basta intendersi su cosa questo significa. C’è unità indivisibile tra differenza sessuale, relazione con l’altro e fecondità”. Quanto, invece, alle accuse di ingerenza subite dai cattolici che esprimono la propria opinione, afferma: “è il segno dell’assenza dei cattolici dall’agone politico dopo la crisi del 1992. I cristiani, pero’, devono giocarsi in questo ambito con autentico spirito di servizio”. A questo proposito il porporato conclude citando come esempio l’esperienza dei “Dialoghi di vita buona”, il Comitato scientifico in cui persone con posizioni religiose, filosofiche, sociali e culturali differenti si confrontano per cercare la possibilità di vita buona che abbiamo in comune. (Fonte agi.it)