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Eni, a Gela rispettati impegni ma sindacati protestano. Botta e risposta su costruzione della Green Refinery

Redazione

Eni, a Gela rispettati impegni ma sindacati protestano. Botta e risposta su costruzione della Green Refinery

Mer, 20/01/2016 - 23:26

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EniCALTANISSETTA – Polemica “botta e risposta” tra Eni e sindacati sulle cifre contrastanti che riguardano i cantieri aperti nella raffineria di Gela per la riconversione degli impianti da destinare alla produzione di bio-carburanti, come previsto dal protocollo d’intesa siglato il 6 novembre del 2014. Eni, in una sua nota, afferma che “gli impegni presi sono stati rispettati e le attività procedono in linea con quanto previsto”. L’Eni cioè avrebbe le carte in regola. Puntualizza, infatti, che “dalla firma dell’accordo sono stati aperti a Gela 53 cantieri tra le attività di produzione, manutenzione e di risanamento ambientale con un investimento pari a 200 milioni”. I lavoratori dell’indotto impegnati nel 2015 sarebbero stati 1062 a fronte dei concordati 900, mentre i propri dipendenti sarebbero stati 496 anziché i 400 stabiliti. “L’avvio della costruzione della Green Refinery – scrive l’azienda – è previsto per il primo trimestre del 2016″ ma dipende dalle autorizzazioni” che dovrebbero arrivare entro febbraio, cioè sette mesi dopo la domanda presentata a luglio. L’Eni inoltre starebbe utilizzando 70 tecnici locali per i lavori d’ingegneria riguardanti il progetto di sviluppo off-shore dei giacimenti di gas Argo e Cassiopea, “ritardato in attesa del pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato”. Immediata la replica di Cgil, Cisl e Uil. “Ma dove sono questi 53 cantieri – si chiedono i sindacati – forse in Iraq?”. Poi cominciano a sciorinare le cifre. Eni avrebbe sospeso per il 2015 e il 2016 le migliorie ai pozzi petroliferi tagliando 100 posti di lavoro nell’indotto. Avrebbe “sospeso anche molte attività di ingegneria a Gela, Bronte, Ragusa, Gagliano”. L’inizio della “costruzione della piattaforma” della bio raffineria “sarebbe prevista dagli accordi già dall’ottobre 2015 ma non è stata ancora avviata”, dicono le segreterie sindacali che denunciano poi il ministero dell’ambiente, accusato di “non utilizzare lo stesso metodo autorizzativo per i vari siti presenti in Italia”. Deroghe sarebbero state concesse alle altre raffinerie mentre “un nuovo e complesso iter ” burocratico per Gela, con inevitabili ritardi.(ANSA)

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