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“Anche oggi non mi ha sparato nessuno”. Il presidente dell’ODG Riccardo Arena a Caltanissetta racconta il mestiere del giornalista

Redazione

“Anche oggi non mi ha sparato nessuno”. Il presidente dell’ODG Riccardo Arena a Caltanissetta racconta il mestiere del giornalista

Gio, 14/01/2016 - 18:48

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imageCALTANISSETTA – Nel periodo storico in cui i vertici dello Stato, ritengono addirittura anacronistica la presenza di una professionalizzazione nel racconto della verità – corsi e ricorsi della storia – la cittadinanza nissena ha accolto invece con grande partecipazione l’occasione di sentir parlare di informazione da chi l’informazione la fa e la racconta, anche senza lesinare critiche. L’occasione è quella della presenza del presidente regionale dell’ordine dei giornalisti a Caltanissetta, Riccardo Arena, cronista di mafia di lungo corso, giunto nel capoluogo per raccontare della sua ultima fatica letteraria “Anche oggi non mi ha sparato nessuno”. L’incontro voluto dall’Assostampa di Caltanissetta retta da Alessandro Anzalone supportato da Ivana Baiunco, perfetta moderatrice ed Annalisa Giunta, è stato introdotto dalla presidente del consiglio comunale Leyla Montagnino, che ha fatto gli onori di casa nella gremita aula consiliare di Palazzo del Carmine. “Questa è la casa dei cittadini – ha detto Montagnino – e mi fa particolarmente piacere conoscere ed incontrare il presidente Arena anche perché ho sempre letto i suoi pezzi di giudiziaria ma non lo conoscevo ancora in veste di autore”. Subito dopo la presidente Montagnino, a dare il benvenuto è stato il sindaco di Caltanissetta Giovanni Ruvolo. “Il ruolo dei giornalisti è fondamentale – ha detto Ruvolo – senza la stampa, la cittadinanza non avrebbe la possibilità di essere correttamente informata sugli accadimenti quotidiani”. Il regista nisseno Michele Albano è stato la voce narrante di alcuni passaggi del libro di Arena.

imageNel suo secondo romanzo (il primo è “Quello che veramente ami” scritto nel 2008) Riccardo Arena si destreggia, con l’esperienza di cronista che gli è propria, all’interno di un racconto complesso, dove la voce del narratore si sdoppia e si fonde con le mille voci dell’informazione ufficiale e non, creando un tessuto narrativo avvincente, paradossale e insieme così reale come solo il paradosso può essere. Ma nel romanzo l’autore realizza anche un’istantanea di quello che oggi è diventata la politica, rivisitando la nostra storia con un pizzico di ironia e fantasia. L’autocritica a quel mondo giornalistico che, assieme a politici e criminali, contribuiscono a mantenere il Paese così com’è, problematico, in cui nascono imbrogli e prepotenze, e dove a vincere è spesso il più furbo. E’ così che dietro la trama graffiante si riconosce un pezzo d’Italia, di Sicilia ma anche del mondo.

Riccardo Arena

Riccardo Arena

A rendere ancor più particolare il romanzo – conclude la recensione di antimafiaduemila.com – la forma con cui viene steso che appare come il diario di un protagonista dove vengono scritte parole, brevi dichiarazioni e anche piccoli tweet. Un modo per rendere tutto a noi più vicino e familiare e capire dove siamo diretti.

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