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“Vita in Diretta” su Rai1, a Caltanissetta per lo stupro. Alcuni nisseni: “Siamo nel fango”

Redazione

“Vita in Diretta” su Rai1, a Caltanissetta per lo stupro. Alcuni nisseni: “Siamo nel fango”

Ven, 04/12/2015 - 01:00

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imageCALTANISSETTA – Caltanissetta ritorna sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali, dei telegiornali e dei maggiori siti nazionali dopo il caso dello stupro delle studentessa universitaria che ha portato all’arresto di sette stranieri (6 nigeriani ed un gambiano). Oggi pomeriggio la “Vita in Diretta”, live su Rai1, ha inviato Max Franceschelli per  effettuare un collegamento con il capoluogo nisseno, dal centro storico, con una folta rappresentanza di abitanti del quartiere Angeli.

La città è stata descritta come di “frontiera” in merito alla corposa presenza di migrnati e dei relativi problemi connessi all’integrazione degli stessi. I nisseni che si sono succeduti al microfono hanno raccontato di un quartiere Angeli già povero, la cui situazione sarebbe stata peggiorata dalla presenza degli extracomunitari. “Siamo in una situazione di disagio, gli extracomunitari creano molti problemi in questo quartiere. Su cento, 95 creano problemi, solo 5 se ne possono salvare. Perchè urinano da ogni parte, si drogano, spacciano, si lanciano bottiglie, si tagliano tra di loro. Siamo terrorizzati a uscire di casa”. Poi lo stesso cittadino nisseno ha dichiarato: “In merito al numero 29 di via Mussomeli dove è stata segregata la ragazza violentata, noi avevamo più volte in passato chiamato le forze dell’ordine, più di 150 volte!“. Un disegno fosco che ha dato l’idea di una città impaurita. “Le Istiruzioni ci hanno abbandonato nel fango e ci mettono più fango ancora addosso“. In un crescendo di affermazioni “pesanti”, poi è stata la volta di un nisseno che ha esclamato: “Gli stranieri in Italia, aumentano i crimini come se merda in Italia ne avessimo poca!”.

Dallo studio è immediatamente intervenuto il conduttore Marco Liorni che ha interrotto il collegamento, anche perchè il tempo a disposizione stava per concludersi, ma ha invitato a moderare i toni, ad usare un linguaggio più consono ad una diretta televisiva ed a non generalizzare facendo riferimento al fatto di cronaca che ha coinvolto i 5 nigeriani.