ROMA – “Se avete il minimo sospetto non abbiate paura di fare il test. Mi ha contagiato durante la nostra storia. Ora ho un compagno e faccio la terapia”. Parla così a Chi l’ha visto? una delle vittime di Valentino T. E’ una donna romana di circa 30 anni che nel 2008 ha avuto una relazione, durata alcuni mesi, con “l’untore dell’Aids”. Valentino è infatti accusato di aver volutamente contagiato le donne con cui aveva storie o rapporti occasionali non protetti, sapendo lui di essere sieropositivo dal 2006. La procura di Roma ha aperto un fascicolo e arrestato Valentino T. (non è stato diffuso il cognome per motivi di privacy), ora però è aperta la ricerca delle vittime dell’uomo. Donne che potrebbero non sapere di essere sieropositive. Per questo il programma di Rai Tre condotto da Federica Sciarelli sta cercando le possibili vittime per aiutare le forze dell’ordine a bloccare il contagio. La donna che mercoledì ha parlato a un’inviata di Chi l’ha visto? ha raccontato la sua relazione con l’uomo nata nel 2008. Valentino, a suo dire, insisteva per avere rapporti non protetti lamentando scarsa dimestichezza con i profilattici. Lei all’inizio non era convinta ma poi conoscendo meglio Valentino e fidandosi di lui non si fa più problemi. La storia finisce dopo pochi mesi ma la donna è donatrice di sangue e durante uno dei controlli scopre l’amara verità. Comincia ad avere dubbi su quell’ex, dubbi che diventano certezze quando sente in tv parlare di questo “untore”. Oggi questa donna lancia a sua volta un appello, chiede alle potenziali vittime di Valentino T. di fare il test. E assicura che, pur con difficoltà, si può avere una vita normale, facendo naturalmente le dovute terapie. Oggi sta per sposarsi con un uomo sieronegativo consapevole della sua situazione: “Il nemico più grande è la paura: fate il test subito, perché prima iniziate la cura e meglio è”.
Valentino T , 30 anni, nato a Caltanissetta, ha perso la mamma quando aveva 5 anni ed è stato cresciuto dagli zii. Poi ha contratto, da giovanissimo, il virus e nel 2006 ha iniziato ad infettare le sue vittime. Sono 6 le ragazze infettate da Valentino T, 9 quelle che stanno facendo gli esami e nella lista compaiono anche due uomini. “Al contrario, da quando il 24 novembre è stato messo in prigione in isolamento, Valentino non parla, non risponde alle domande, non cerca più di esercitare il suo fascino di bad boy di periferia, la sua spavalderia un po’ pacchiana è diventata silenzio, sembra più umiliato che arrabbiato. “È sopraffatto”, dice il suo avvocato, che si chiama Giuseppe Minutolo ed è il legale delle due società della famiglia, due imprese di traslochi che fanno capo allo zio e a una zia di Valentino. I nonni materni Renato e Maria, con i quali Valentino è cresciuto, erano piccoli proprietari terrieri di Caltanissetta che si trasferirono a Roma, forse sotto minaccia di rapimento. E dunque la fragile Adele, che era la mamma di Valentino, nacque a Roma nel 1962 ma per qualche motivo, legato probabilmente al pudore, nel 1984 fu spedita a Caltanissetta dove mise al mondo il suo unico bambino, Valentino appunto che, figlio di padre ignoto, prese il cognome della madre: T. Purtroppo la sfortunata Adele morì a Roma a 27 anni, nel 1989. Dunque Valentino non sa chi è suo padre e aveva 5 anni quando morì sua madre. Non ne aveva ancora venti quando una donna lo contagiò. Ne aveva invece 21 quando un’infermiera scoprì di essere stata contagiata da lui, e fu il suo primo delitto da untore”. (Fonte blitzquotidiano.it)