Con un miglioramento di 10,2 miliardi in termini reali sul 2014, dopo i 3,8 recuperati lo scorso anno, la ripresa dei consumi si rafforza nel 2015 con un volume che a fine anno sarà di 937,47 miliardi, grazie a bassa inflazione, ripresa del mercato del lavoro, incentivi fiscali ed effetto Expo. Sono le previsioni del Club Consumi di Prometeia. La ripresa, spiega Prometeia, che aveva interessato prima i beni durevoli, si è diffusa nel corso del 2015 agli altri segmenti di consumo, in particolare ai prodotti moda e ad alcuni servizi come viaggi e vacanze, trasporti, intrattenimento e ristorazione. In particolare si registra, nell’anno che sta per chiudersi, un forte aumento nelle comunicazioni, 1,8 miliardi in più (+6,5%) e nella mobilità con 2,6 mld e un +2,6%. Le spese per alberghi e ristoranti crescono dell’1,7%, quelle per la cultura e la attività ricreative dell’1,5%. Un notevole incremento segnano anche le spese per la salute, +1,4%, per l’abbigliamento e le calzature, +1,1%. La spesa per gli alimentari segna un incremento di mezzo punto percentuale mentre è ferma quella per le abitazioni. Contributo importante quello dato da Expo con 64,7 milioni di turisti da gennaio a settembre (dati Bankitalia) che hanno speso la ragguardevole cifra cifra di 29,4 miliardi di euro. Dall’ultimo rapporto del Club consumo inoltre anche il risvolto della medaglia con la situazione di sofferenza dei distributori al dettaglio, trasversale a tutte le classi dimensionali e settori, più intenso per le Pmi e i beni durevoli in base all’analisi sui bilanci del 2014 di oltre 7100 imprese commerciali operanti al dettaglio di beni di consumo con margini operativi netti medi che nel 2014 sono risultati poco sopra all’1%, da valori prossimi al 2,5% degli anni 2000-’07.
Le misure della legge di stabilità insieme alla bassa inflazione e al prezzo del petrolio sosterranno un’accelerazione dei consumi con un aumento dell’1,3% nel 2016 e dell’1,4% nel 2017 a 962,9 miliardi. Ipotizzando la crescita media del biennio, nel 2020 si tornerà alla soglia precrisi di 1.000 miliardi. “Il rafforzamento nella ripresa dei redditi delle famiglie italiane nel 2016 sosterrà un’accelerazione dei consumi, beneficiando delle misure di politica di bilancio della Legge di stabilità (abolizione delle imposte sulla proprietà della prima casa e disattivazione dell’aumento delle aliquote Iva), oltre che della bassa inflazione derivante da un prezzo del petrolio che si manterrà ancora su bassi livelli”, spiega Alessandra Lanza, capo economista di Prometeia. Nel biennio 2016-17, il recupero dei consumi proseguirà a un ritmo via via più sostenuto, con il consolidarsi del miglioramento del reddito disponibile. Il passo della crescita previsto per i prossimi anni sarà tuttavia moderato, alla luce del forte deterioramento del passato, e pertanto non sufficiente a consentire il pieno recupero dei livelli pre crisi (nel 2017 i volumi saranno inferiori del 4% rispetto al 2007), in particolare nei mercati dei beni maggiormente penalizzati dalla crisi dei redditi. Dopo un quadriennio di crescita, alla fine del 2017 il recupero di quanto eroso durante la crisi sarà parziale, per complessivi 39,5 miliardi di euro, in termini reali, ossia metà di quanto perso (quasi -78,5 miliardi) tra il 2007 e il 2013). Il recupero dei livelli di consumo del 2007 con la soglia dei 1.000 miliardi, sempre in termini reali, invece -conclude il Club Consumo- ipotizzando la crescita media del biennio 2016-’17 (+1,3%), sarà raggiunta solamente nel 2020. (Fonte ansa.it)